Volontà - anno XII - n.3 - marzo1959

«Bene)) « Da do,•e vieni? >1 Pino gli spiegò da dove venisse e poi stanco da quell'interrogatorio prese anche lui a fargli delle domande. te E tu da quando sei qui?>> . Sorrise. Forse aveva capito quella specie di rivolta. Era un uomo dall'apparente età di 50 anni, con un volto sciupato e teso, energico. Leg– germente curvo di spalle e basso di statura. Con un paio di calzoni mi– Htari, di qnelli gialli, alleati, e- UJl camiciono di stoffa scura unto verso la cintura per lo sfregare contro il banco da lavoro. u Oh, io sono qui° da tanti anni. 13 giusti. Ma u(fìcialmenle sono nuo,'o anch'io perchè <1uando l'oCficina è staia chiusa 1 sono stato licen• ziato. Verso la fine della guerra ». Gli offriva u1tle quelle informazioni alfinchè non fosse diffidente, fors1-:. << Cosa (ai? >) gli chiese ancora Pino. t< Sono Jì a quei banch.i al montaggio. Sono un aggiustatore». Pino si aJzò dal Javoro e si avvicinò anche lui alla stufa. Si guardarono e si sorrisero. « Come si comporta il vostro capo'! )> Fece questa domanda piegandosi un poco verso di lui 1 con l'aria interessata. Pino uon si aspettavo una richiesta del genere e non seppe che crollare un poco il capo. « Voglio dire se vi tratta bene o se invece è un cane. Perchè vedi noi cerchiamo sempre di saperlo per saperci regolare ». 1< Noi, chi? n Pino l'aveva chiesto perchè del discorso dell'altro gli e.ra rimasto impresso quel noi detto semp1icemenle, ma che lasciava presupporre qualcosa di collettivo, di forte. « La commissione interna. Te Pho chiesto perchè ne faccio parte anch'io e dato che sei nuovo, le tue impressioni sono più fresche, meuo interessate. Abbiamo (allo licenziare tempo fa un capo reparto che non si comportava bene. Faceva il prepotente, offendeva gli operai; e visto che non serviva nulla cercar di fargli capire le ragioni, abbiamo r.ichiesto il suo licenziamento in direzione. E poi era un fascista, così dopo un poco se ne è andato. Capisci adesso perchè te l'ho chiesto? ». « Sì, sì. >) Adesso era contento di parlare. E gli disse Jc sue impressioni sul suo capo. L'altro annuiva lentamente, serio. « Già, adesso si comporla bene. Lo dicono tutti. Pel'Ò 1111.1 volla 11011 C'J'8 così. Era uno che dava la multa per un niente e sopratutto face,•a lavorare senza rt:<1uie. Ora si è calmato. Forse ha capilo il suo torto. Meglio così ». DopClqueste parole si scostò dalla stufa e se ne andò al suo banco, lasciando Pino solo e quando riprese il suo lavoro sentiva in sè una sensazione nuova. Adesso non era piìi solo. Assieme n lutti gli altri operai formava una forza che teneva a bada chi tentasse di limitare la libertà dell'uomo nell'operaio. Anche il ~apo doveva guardarsi dall'eccedere. Doveva rispettare per essere ri- ~pettato. E questa era finalmente la dignità nel lavoro. ·~ · Questa nuova situazione era creata dalla forza che viene all'operaio daJJ'organizzazione. Lui credeva nel sindacato. N. M. l8l

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