Volontà - anno XII - n.3 - marzo1959

hanno impostazioni di ordine tecni• co-orgauizzativo, sul!' operaio, tro– viamo che sono tutte negative, quan– do si riferiscono soprattntto all'uo• 1110, al singolo, mentre mutano se le osserviamo come effetto globale collettivo, - La costrizione a un lavoro mec– canico, noioso, oltre che stancare, sfibra l'uomo. Non è vero che egli possa pensare. Può solo cercare di evadere entro di sè (sogni e illu– sioni). - Il lavoro meccanico umilia molto lo spirito creativo che è JJl noi, specialmente se l'orario al qua– le si è soggetto è prolungato. - Il fotto che tante persone - quau1e compongono il reparto o l'officina - siano delerminate nei movimenti dagli schemi preparati dagli uffici dell'organizzazione di la– vorazione, (a sì che venga accen– tuandosi l'opinione di essere d'egli inforiori; complesso incile a riscon– trarsi in quasi tulli gli operai ad• detti alla lavorazione a cottimo, poichè gli viene richiesto null'altro d1e obbedire. - Quando il cottimo è individua– le, come nella massima parte dei casi, si dà libero sfogo a una gara in<lividualis1ica ai confini con il peggiore egoismo. - Questo egoismo ha la sua giu– stificazione nei bisogni. Il guaio è che esso - nell'attività per soddi– sfarlo - limita i bisogni stessi in– vece thc lenderc a svilupparne un numero maggionc. Infotti troviamo che i bi::ogni e interessi generali non sono pii1 senti.li nelle grandi città e aziende dell'Italia settentrionale, che nei cenlri minori, artigianali o quasi, o cli intera miseria, del re• i;;tod'Italia. 174 - Quell' individualismo divide, anzichè unire nella comprensione. 11 tempo, rapporto tra lavoro e gua– dagno, il tempo <lei lavoro e quello di libertà non favoriscono il cono– scersi e il comunicare. - Molte delle azioni che si com– piono non hanno prospettive di as– sie1ne, fovorendo cosi l'isolnmcnto intellettuale da tutto il resto. - Il collimo costituisce anche un mezzo per dividere. gli operai tra cli loro, poichè è 1w di più del sala. rio minimo, e lo si deve guadagna. re in una gara faticosa; mentre gli operai dovrebbero unirsi nella ri– vendicazione di un giusto premio di lavoro, come un diritto a non essere sfruttati. - Aumenta la distanza tra chi la– vora con le braccia e chi deve pen– sare a farli lavorare e a controllarli; il numero cresce sempre pili. - Tuttavia bisogna riconoscere che dalla maggiore organizzazione, che il collimo richied'c, i rischi e gli infortuni nel lavoro tendono a di. minuire, con benevoli effetti; anche la salute degli operai e degli im– piegati diventa un fat10 produttivo e che è necessario proteggerli e aiu– tarli nel conservarla. - Dai cicli di lavoro collegati na– sce un potere nuovo, dirci ancora sconosciuto negli effetti: insito nel valore della macchina; poichè con– sente con un mi11imo sforzo di i11- 1errompere la linearità della pro• duzione, di ralleniarne e di clislnr• barne il ritmo. Palitlca generale Tn linea di massima il rapporto 1rn il lavoratore-cottimista e l'im– prenditore (direzione generale) si

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