Volontà - anno XII - n.3 - marzo1959

digere mozioni che a condurre delle 6attaglic, dilaniate dalla burocrazia cd influenzate, se non manipolate, dai partiti o dalle correnti politiche o da connubi di piCcoli gruppi. La stessa sinistra, nel suo uspetto politico, ha piuttosto la consisrcnza di un ricordo che quello di una promessa. Non bisogna, però, dimen1icare le lotte che si svolgono senza nessuna pubblicità, grazie ai sacrifici multipli, in seno e al di (uori delle organiz• zazioni urficiuli. Così, non si 1>uòpassare sotto silenzio, varie manifesta– zioni che tendono a for rinascere la tradizione sindacalii;ta e libertaria. lu molte o(ficine della regione parigina ed in provincia, dei movimenti han– no spezzaro le eretese padronali. All'ultimo congresso dei metallurgici della C.G.T., l'atmosfora di kermesse preparata dalla direzione comunista (il poeta Aragon vi recitò delle poesie) (u improvvisamente turbata da un intervento del rappresc111an1e dei carpenrieri in ferro che denunciò bru– talmente i moheplici rimtcKamcnti dei leader eomunisli e foce appello ai metodi anareo-sindacalisti dell'azione diretta. Se elementi di un raddrizznmenlo della volontà operaia esistono ed incornggiano i militanti indi1>cndenti, non bisogna 1u11uvia chiudere gli occhi davnnli a fenomeni pericolosi. Uno di essi è il risveglio del nnzio– nnlismo in seno nlla stessa classe operaia, llrovocato e favorito dalle cor– renti nazionaliste che si ricollegnno al governo cd all'o1)posizione. La paurn della disoccupazione è un fattore importante che favorisce la xeno– fobia. Un piccolo giornale corporativo, ptrbblicato dal sindac1;110 dei cemen– tisti (C.G.T. comunista) della regione parigina, recentemente portava un titolo « Alt! all'immigrazione ». Tu uno stabilimento metallurgico della regione parigina, una petizione firmala da un certo numero di salariati francesi chiedeva alla direzione di licenziare gli stranieri prima di licen– ziare i francesi. E così di seguito. Ancora una volta non si tratta di andare pii1 in lì1 dei fotti reali per po.ter denunciare piì1 focilmcnte lo scnnd'alo. Da una diccina di unni mi– gliaia di spagnoli, migliaia di itnlinni, di polacchi, di balcanici e recen– temente un forte contingente di un,::hcresi si sono stabiliti nella Francia e vi lavorano uormalment.e. Lo sviluppo economico ha 1>rovocato una sfaldatura che è c1assica: i lavori duri, malsani o sporchi sono stati presi dagli immigrati recenti, così, nell'industria chimica, per esempio, o nelle miniere, la percentuale di stranieri è molto elevata. La venuta dei Nord-a– fricani-nigerini, ha provocato ·una nuova spinta: i vecchi immigrati si sono installati ed hanno finito 1>eroccupare d'ei posti considerati migliori, men– tre i proletari d'oltre Mediterraneo hanno preso i posti inforiori. (La cro– naca delle disgrazie sul lavoro è eloquente: l'edilizia e le miniere forni– scono un contingente di vittime dove i nomi arabi, 1>olacchi ed i1aliani pullulano). Con i primi sintomi della recessione l'atmosfera 1mò cambiare. La xenofobia è sempre st.nta un ecccllen1e mezzo per distogliere l'attenzione popolare dai problemi reali. A meno che i sindacati operai sinuo abba– stanza intelligente per reagire e per informare l'opinione pubblica che non è la manodopera immigrata che deve pagare la politica economica al governo, che il ritorno alle quaranta ore non è un male ma un bene, a 172

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