Volontà - anno XII - n.1 - gennaio 1959

scelte degli aderenti, con il lreddo meccauicismo di una macchina elet– loralc che non possiede nè cuore nè volontà, che anzi è indifferente ai risultali che ne conseguono. Adesso tulio sembra finito. Al malinconico c solitario ra1>presen• tante cli Comunità al Parlamenlo corrisponde un ì\fovimènto che è sta– to smantellato della sua im1>rov,•i– sata struttura. Ciò che sopraniive an– cora, come Comunità di fabbrica, va dissolvendosi lentamente in attesu che le prossime elezioni di Commis– sione Interna a h•rea ne sanciscano definitivamente la fine. E dietro di sè quest'ultima a1>pendice lascia tan- 10 veleno fra gli. operai che si il– lusero di risolvere i propri proble– mi con un'11desione formale. Oggi la C.J. interna alla Olivetti di h•rca i screditatu come istituto proprio mentre gli a,•versari di Olivelli, quelli del consiglio di a111ministr1t– zione1 si gettano sulla fabbrica che improniisamente è caduta nelle lo– ro mani. Un'ahra divisione dei la– voratori, un'altra inutile illusione. un'altra occasione perduta. un'altra sconfitta. Vimportante sarebbe che <111csto errore fosse un valido contributo 1:I farsi dell'esperienza, nel qual caso un poco di luce rischiarirebbe quc• sie amare conclusioni. Il congresso del P. S. I. Q unndo qucs1a nota a1>pariri1 il congresso cli Na1loli anìt 1ermi- 11010 i suoi lavori e il gru1>po vincito– re di <1uc~taspe<:ie di prova di fon:u all'interno a\'lÌI già preso nelle sue mani l'nppnrato dirigente. fn1nnto oggi fcn•ono le ultime 1lolcmid1e sul– le Ire mozioni che hanno reso im• 1>ro,,,,isamente drammalica la prepa• razione congressuale. In verità do– po· nerle lette pazientemente tutte e tre non si può dire di aver capito perchè ci si accalori tanto. Se si to– glie via tutta la parte verbosa che distingue ogni mozione resta quel poco che non basla certo a qualifi. care di destra, sinistra e centro quei documenti. Per capire cosa stia bol– lendo nella pentola del P.S.I. biso• gnerebbe parlare con tutti i suoi a. derenti. Già, perchè una cosa cu– riosa è che su questi famosi pro– nunciamenti le adesioni pio,•ono per tante ragioni, nessuna delle quali riesce a identificarsi con la lettera di ciò che è scrillo. Ognuno, col quale ci si (erma a parlare, tira fuo• ri a giustificazione della sua adesio• ne ottime ragioni che sfortunata– mente non sempre sono coerenti con (1uelte ulficiali. Non è <1uindi mollo facile render– si conto della realtà in· cui si dibat– te il P.S.I., anche se è utile arri,,a– re a capire. Perehè? Semplicemen– le perehè così si polrà annlizzare il meccanismo di questa scelta politi• ca che i dirigenti del P.S.J. si Hll· prestano a fare. La renhìt di oggi grosso modo si può sintetizzare n questo modo. li partito è diviso nel ouo inlerno in due tronconi. denlro ai ,,uali si agitano varie correnti. Ma uno di questi due tronconi non riesce a prendere consislen7.a nume– rica poichè interiore è il peso che esso esercita sull'ap1larato, sul par– tilo. sulla sua azione. Da una parte ci sono i politici. coloro cioè che ri– solvono tutti i problemi sociuli in eliiave 1>oliticn, cioè di potere, e che <1uindi accettano il partito come strumento utile per l'assolvimento di tale compito. E sono la maggio-

RkJQdWJsaXNoZXIy