Volontà - anno XI - n.12 - dicembre 1958

na azione dev'essere sostituita pre– sto o tardi da qualcosa di migliore, non v'è niente che possa avere valo– re in sè e di per sè; 2) che, poichè ad ogni dato momento, l'ultimo pas– so fatto è sempre il pili avanzato, non è possibile trovare al progresso nessuna direzione chiara e certa. Il vizio fondamentale della teoria del progresso è 11oi,per Ja('ques lvfa– ritain, la sua mancanza di valori tra– S('Cndentali, di valori cioè ('he di– penderebbero da Dio e non dall'uo– mo. Con ciò ~li anarchici non sono d'accordo, pt•jma di tmto perchè il• Dio rli Maritilin è il Dio di una par– tif'olare n•ligione, la cui volontà non si può conoscere che attraverso una da1a chiesa, e poi e sopratutto per– chè per far del bene non c'è bisogno di ,:rederc in Dio, ma basta, per e– sempio, avere un ideale. L'ideale ha sPmpre oCCU[)ato n('I pensiero e nella prassi anarchici un posto di prima importamrn, a mal– grado che non se ne siano mai o ben raramente indagate le basi 61osofi– "he e psicologiche. Siano queste quello rhe siano, gli anarchici cre– dono tuttavja, in via di massima, al– ]a validità universale di certi prin– cipi. che sono fondamentalmente quelli del diriuo naturale. Alcuni a– nan·hici sono pure pronti Ud affer– mare che oi:mi individuo cd o~i so- cietà si avvicina all'ideale o se ne allontana non senza una certa misu– ra di libera scelta e quindi di re– sponsabilità. Ora se tale è la posizione tipica degli anarchici, è chiaro ch'essa non ha biso?110 di appoggiarsi sul prn– grcsso mdefinito, comunque lo si qualifichi o lo si descriva. Da questa posizione gli uomini e gli avveni– menti si giudicano secondo il grado cd il modo in cui incarnano e rive– lano l'ideale od invece lo negano e lo detuq,ano. E' ~razie a uu costante riferimento al suo ideale che l'anarchico si salva dal divenire uno schiavo e un supino adoratore della Storia. Egli non b'lrnrda con. falsa compassione e di– sprezzo agli uomini del passato co– me necessariamente grezzi, bruti o rnmunquc inferiori agli uomini di oggi. 11è guarda a quelli dell'avve• nirc come necessariamente superio– ri. Egli abbraccia nel suo concetlo di fratellanza quelli che nou sono più e quelli che sono nati ancora, ben sapendo cbe la passione degli uomini è di tutti i secoli e cli tutti i climi e che la gloria come il marti– rio della libertà non sono il p'Ì-ivi– legio cli nessuna epoca, di nessun popolo e di nessun individuo. GIOVANNI BALDELLI MONDO SENZA PACE Ancora una ,·oha la 1ensio11e ira i flue blocchi si è ac111i1:z:11a e 1101rcbhc òi\·cntare drammalica. D01>0 gli a,,,,cnime111i del medio e dell'eslrcmo orien1-.: (dove 111t10 è ancora in ~nbbuglio), dopo il colpo ,li Stato nel Sudan, è ~coppiato la crisi <li Berlino. A11cora una volta è l'U.R.S.S. cioè Knisciov che, con le sue inìzialive improvvise e risd1iose, di– rige la politica mondiale cd obbliga S.U. ed alleati a mettersi 11ulla ditensiva. Ciò che accade 110n ha niente d'inaspettato: è la conseguenza logica fii una siste– mazione del moudo, dopo la sct'onrla guerra, che ha tenuto como esch1sil•amcntc degli interessi delle potenze vincitrìai e non di quelli <lei popoli (creazioni di s1a1i anifìcia- 701

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