Volontà - anno XI - n.11 - novembre 1958

LETTERE DE I LETTORI I Ancora sulla crisi francese li compagno Gasion Levai esaminando, nel penuhimo numero di Volontà, il marfl• sma della siluazione politica francese, de– nuncia gli abusi. i privilegi e le ruberie delle diverse camarille che saccheggiano i bilanci dello Stato a loro esclusivo vantag– gio e a detrimento degli onesti e della col– lettività. Ad un certo punlo mctle pure in ris:'11- 10 le condizioni di privilegio di alcune ca- 1cgoric di l:ivor:uori (quelle delle im11rc• i;e naziont11it:JmtC di cui lo S11110J>nga, con il dimaro vcn.1110 da 111110 il po1>olo, gli cnonni deficit) e segnala che i benc"fìciari di questi J)rivilegi « ne esigono la conscr• ,•azione grazie ai loro sindacati, le loro federazioni di sindacati, gli scioperi, se sono necessari». A ques10 riguardo C. L. llcfinisce "ii11ico il caso dei lcrrovicri, notando che l'am– minisirazionc occupa e stipendia 335.000 impiegali allivi e 385.000 JJCnsionali i qua. li pcrce11isco110 il 75 11er cento del loro s1ipe11dio e ,·anno in pensione a 50 anni (mc111rc nelle im11rcse 11riv:ue sì va in J)en• sione a 65). C. L. ignora dunque, a11zi111110, che i ferrovieri contribuiscono q1msi 1otnlmcn1e con i loro venrnmcnti a formarsi la 1,en• sione? lnohre se è giuuo che egli pro1es1i per le scandalose concessioni di viaggiar gra- tis, o con forti rid1n:ionì, a lante ca1ego– rie ,li persone, non mi sembra giusta In sua protcsla per la s1essa concessione ai ferro,•icri e alle loro famiglie. e nCp[rnre mi sembra /ogi'"O che egli prolesti 11erchè il Sindacato ,lei fcrro,•ieri sia « sempre 11ro11loa 111c11crsiin scio11ero 11crdifcnJc– rc i diritti ac<1ui&iti». In contrasto con questi SC\'eri giudii:"i di C.L. appaiono invece molto pii, sensale le conclusioni di S. Parane che nella sua lenera - che segue immedi:uamen1c al• l'arlicolo del Le,·al - dopo aver lamcn– t:Uo l'asscm-.n della classe operaia, in Fran– cia, come motore sociale e come forza de– cisa a impostare i problemi reali, cita que– sti due sintomi, dclìnendoli riconforlnnli: « le federazioni clellc industrie del g:is e dcll'clenricità e <pielle delle fcrro\'ie hanno rilanciato le loro rivendicazioni ». E commenla: « Poca cosa, in reahà, ma ch..i 1cs1imonia della cos1autc volon1i'1011e• rnia, anche se quesla volontà non shoccn, at111nlme111c,nell'azione a))erla 1>. Non eom11remlo come C.L. ,•eda le cose da un punto di ,•ista così diverso. Torino, 24-7-)958 I. G. ta me.ssa a 11u11io tli /, C. è utile percliè permetle tli tlissivarc qualche equivoco che potrebbe esser 11ato dalla letlllra dello scritto ,li Coston Levai. (Volonlà nn. 8-9 agosto-settembre 1958). C'è uri proverbio che il silenzio si rifaccia allorno a lui, per ritrovare quellu pace di cui ha hisogno ))er continuare a lavorare. Ciò uon toglie niente alla sua grandezza nè ullu s11a fìg11ruruoralc. NC!'.Sunosn come si sarebbe comportnlo nelle condizioni in cui Puslernak si C trovato jmprovl'isamcnle. Ma disgusto si prO\'a per gli ig11obili lacché che hnnno 1e11ta10di aS!assinare mo– ralmente (cd anche, forse, lìsicnmente) uno scrittore, un 11och1che onora la cultura. non solo ru.ssa, ma di tutto il mondo. Fanno da\'\'ero pietà questi scrittori russi che si sono prostituiti davanti al Krem– lino, e non sono più capaci di 1111 giudi:ido proprio, di un atto di coraggio. Vergogna, \'Crgogna a loro. 630

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