Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

6Cienti - lo si può essere per tem– peramento, senza saperlo - l'in– dividuo deve ele'tarsi ai pili alti gra– di pos-~ibi]i della cultura intellettua– le e morale, sforzarsi di raggiungere il pieno sviluppo della sua persona. lità. Ma ciò che può essere uno sco– po in se stesso tend'e sopratutto a dare all'uomo una condotta in ar– monia con la sua intelligenza, la sua coscienza e la sua volontà. L' individuo che vuole assumere un atteggiamento di fronte all'insie– me dei fatti che l'interessano, accet• ta contemporaneamente una respon– sabilità che è tanto più grande in quanto egli pretende di prendere ,1uella posizione da solo. Colui che ubbidisce è irresponsabile de11e proprie azioni, chè gli sono imposte. Colui che volonta~iamente accetta di agire iu un d'ato modo, ne porta in– lera la responsabilità. Non com– prendere questo e non agire di con– seguenza è causa di disordine e ,li disorientamento. ' Esiste la responsabilità? Quando il determinismo materialista e mec– canicista era di moda, essa veniva negata nei nostri ambienti. SL in fondo, l'individuo non può essere ~he ciò che la natura e l'influenza d'ell'ambiente esteriore, gli permet• tono di e,sscre. L'uomo nasce con CPrte attitudini e cerle possibilità e non potrà andare molto pili in là di quanlo esse g:li consentono. Volere è potere solo entro certi limiti. An– che se io volessi diventare un gran• de matematico, non vi arriverai mai se non avessi doti speciali. Inoltre, ci sono in noi forze molteplici, psico– logiche e fìl:òichesconosciute o quai;i che, indipendentemente da condi– zioni fisiche non note, agiscono e reagiscono ?"oullanostra condotta co- st·iente. L'uomo è, dunque, certa• mente determinato: a cominciare dai 1uimi elementi che compongo– no i cromosomi fino all'influenz.a che tutto il cosmo esercita su ognu– no di noi, secondo la nostra costitu• zione organica e nervosa. Lo è per l'eredità, per ]e leggi biologiche al– le quali ubbidisce senza saperlo, per i caratteri de11a sua sessualità. Ne consegue, dunque, che dobbia– mo affermare la sua intera irrespon– !--abilttà e negare ogni morale indi– viduale, ogni etica? Se la risposta fosse affermativa, avrebbero ragione le ~cuole autoritarie che impongono, se non una data morale, un dato 1·omportamcnto senza il quale In so– eietù, · per quanto imperfe11a s.ia, non esistert>bbe. Ma se l'individuo può detenni. narsi, adottare una condotta che è il ri,::ultato di una sceha significa che egli ha una· volontì,. Questa sua volontà può essere condizionata dal– la sua stessa natura, ma essa esiste ed è ciò che importa. Esiste, e nella misura in cui l'individuo ne ha CO· s.cicnza e ;:a e vuole farne uso, il suo ruolo sarà più o meno grande, più o lllf'IJO inutile o nocivo, pili o meno ridotto. L11 realtà i> che il determinismo è più complesso di quanto' general– mente si crede. La credenza nella responsabilità fa parte anch'essa del determinismo. Può essere uno di quei fattori che non sono ancora slnti spieµ:ati, ma può darsi che un g-iorno lo saranno. Ciò nonostante rimane il fatto che essa esiste. Il comaadante di una nave che è responsabile dell' insieme dei suoi passeii:geri e degli ahri che sono sot• to il suo comando; la sentinella che ?'i fente responsabile de11a vita dei 531

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