Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

suoi frall'lli-solda1i: il maestro o il profc~ore t·he si sente responsabile dell'11vvr-nire dei giovani che ~Ti so– no affidati; il macchinista che si seutt· r<'sponsabile di condurre il treno e ne osserva scrupolosamente l'orario; il medico che si sente n·– spo11snbile della vita dei ~uoi mala– ti; li~ madre che si sente res1>0nsabi– le della salute e della Ccliciti, dei suoi figli, clc. tulti cosloro agiseo– no in base al sentimento della loro responsabilitì1. E questo sentim('nlo è tale da dominare tutta la vita CO· sciente e volontaria del!li uomini e dellr- donne cd anchr- di molli ra– ~azi.i. E tulio questa gente polrc-bb{· (a. re a lllf'no di una guida t'sleriore, cioè di un'autorità, poichf' f' 1·o~ricn- 1e dc-Ile :,;m• responsabililà 1•d aizi– lH"<' in ba"-e ad esse. 1 Se la re;;ipousabili1à è un mito, bi– sogna ammellere che queslo mito ha 1m'u1ili13 1•ratica ben pii, ~rnnde éTì certe nozioni o fatti matniali ehe si possono c-ulcolarr. pesarr. mii-urnr<' con ecr1ezza. Ma. in foudo, in che cosa t·onsiste il com·euo d'i responsabilità? 1n pos• 6ibili1à cl' auto-suµ:gestionc, d'auto– pcrsuo'iionc, delerminatu dnllf• for– ze insite nella nostra natura. Qnal'i• il suo ruolo? Quello di rnohilitar<' tu11e le possibili ener~i<' utili c-hc sono in noi e che spesso sonncc-1·hia– no o si sperderebbero se non si fa– cesse appello alla CO!-cicmR cd alla volontà. 1 Pu/1 nrri\t1rc al sentimf'nto cli rr~pon- 11abili1i1con altre idee o s11inlt": 1,er e>!. il !}iAccre di fore felice gli altri uomini che è il J)ill nobile se111imcnrn s1,onl1111codella 1111tura 01111111::i. Ma quando quc~le >!pinll' sono insurfìcienli. il conceuo di N'S!)On;;n, bili1i1 le sostitui~ce t: le comple13. 532 Cerio. l'esercizio di questa <·o– scienza e di questa volontà non ol– trepasserà mai le nostre possioilità naturali. Ma l'a1>pello a tutte que– ste nostre 1>ossibilitil ha la sua effi. cacia: spesso le risveglia e le ri~la. Quando facciamo ap1>ello alla Co• srienza individuale, noi <·rediamo posi-ibile che coloro ai quali ci in– dirizziamo si auto-determinino, cioè aiziscano volontariamentr e sollo il se11<;0 della loro responsabili1à. Ec– C'O pcrchè 1u1ti i leoril'i anarchie, hanno sem1>re dello che l'anarchia :-tÌ:!nifìcava rcs1>ornmbilità (' che l"a– nanhico era un esserP rc•sponsabilc. Qnc5to concetto della responsabilità individuale chef' nlln hase dell'anar– t.·hismo, è JHOprio t.1uello che distin– ~m.> la nostra morale da quella del capitalismo cosidctto libNale e da qu(>lla di Stato. E ,;.j può affermare rhe senza il suo trionfo, Ol,!.nisocieta umana è condunnnta irrjmedìabil– mrnte a deperiti•. li capitali-;mo lib{'ral<' o l'ernno– mia liberale non concede che una re~pousabilita molto limitala. n JHO· prietario d'un rasegl!:ialo, d'un la– boratorio, d'una fnbbri(·a, d'una of– ficina, gli azionisti cl' una impresa non si sentono responsabili dw dl'I c·omplesso t•lw ri,:?;tlUl'da i loro in. 1err<.;;ij_ Il ,;.olo scopo ehe gennal– mc-nlc li anima f' il ~u:ida{!nO. e il loro sentimento di rc•:,pon,.abilità ,.j <·onfonde con il p;uadagno. La loro rt''-pona.ahilità vn~o la ~ocielà non r:-i,;.te. Da qur"ta ricerca del profìlto e da questa mancanza di rr~pon~abi– liti, <.ocial,• na!;CC la lottn di tutti rontro lutti. che f' la c·urattcristic·a ch•lla 1< libera iniziativu )1, lotta <·hc rana:a uno siato 1wrmanente d'egoi– smo per cui gli uomini sono asoda~

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