Volontà - anno XI - n.8-9 - agosto-settembre 1958

( Qui si potrebbero !!l<1biliredei paralleli - sempre discutibili e ne– ~e11ariamente limitati e cl1e debbono tener conto delle disuguali impor– •tanze delle grandi correnti sociali - con il fenomeno peronista in. Argen– tina, nancriano in Egitto: Stati in diJfaci,nento ai quali si soMituiscono degli apparati militari, agili per prendere il potere ma che inco,urano delle enormi difficoltà nel trovare una base sociale IIL cui appoggiarsi). I colonnell~ !!perano che la metropoli seguirà il loro m.ovimento, CO• scieriti che l'Algeria non può far niente se nori vivere clifficilment.e, perico• Josamerite e costosamente nello stato quo. Sono, dunque, coatretti di con• ,tare sull'autorità di De C<mlle, cli sperare che la politico cl,e egli seguirà .iarà la loro e anche di accordarJi con le organi:::.:::.a:::.ioni p l tiche di eJtre• ma-destra cl,e gli affermano cl,e efJe trascineranno la Francia in un movi– mento di rinnovamento na:::.ionale. All'interno, l'armata è alla ricerca di formule che le permetterebbe di avere un ruolo re3ponsabile. Per conseguen:::.a,una quantità di articoli, di studi, di circolari, di scritt.i, molto disuguali, !!pesso di. un semplicismo spavc11U>so, dove le« scopcrt.c », cl,c datano eia veni.i e trc111'am1i,si accom• pugnano con le formule cli propagane/a int.rodotte dai gruppi. nazionalisti o fascisti ciel di fuori. Per esempio, prendiamo il caso del « Servizio d'azione psicologica e cl'informa:::.ione » le cui attività rifl-etto110le iclee, le volont.à .e gli scopi di quella parte dell'armata che attribuisce un'importan:a con• siderevole ai fattori politici e sociali. L'esistenza 8les.~adi simili servi:i di– mostra che i militari esorbitano largamente dal loro tradi:ionale settore. Vari colonnelli, Trinquier e Laclieroy in particolar modo, hanno spie– gato un po' ovunque che una guerra non poteva esaere vinta, alla nostra epoca. che se non era condotta sri tutti i piani e secondo dei metodi rivo– luzionari. Giudicano che la disfat.ta francese in Indocina deve essere attri– buila non. ad un'inferiorità militare, ma al fatto che il Viet-Mit1h 11acon– dotto il combattirnento s,i lutti i fronti, rimcendo ad in<1uadrareecl a rno– bilitare l'insieme clella popolazione con il gioco della dire:::.ioneunica che controlla ( per m.e:::.:::.o e/elle cinghie di trasmis,ione: orgon.i:::.:azionidella gioventh, ciel/e e/onne, dei cor1todini, e/egli operai; con le /orma:ioni pa– rallele: propaganda ed agit<1:ioni conclotle dai movimenti appareritem.en· le .sponlm1ei, ma in realtà orientati clalla stessa dire:::.ione)t.utle le mani/esta– :ioni della vita pubblica. Questi « pensatori militari» .,ono, quindi, convinti che per trionfare della tecnica « totale» dei. comuni.sii, bisogna opporle ,wa tecnica idet1tica. Non s'occorgot10 che la tecnica comunista si applica a dei fenomeni ( i mo– vimenti di emancipa::.ione n<i:::.ionale, le correnti rivendicative sociali. ecc.) e che es,a le rttiliz:::.anello stesso modo dell'ingegnere che capta una for:::.a nat.urale e la trasforma in energia utili::abilc per dei fini, completamente cliversi di quelli della aorgente iniziale. Es.1i.non vedono che la stessa tecnica riveste un ori~ntam.ento di aspetti rontrnri. secondo che es.·w è 111ili.zzataper soffocare una rivolw popolare (i• il ra.t<> ,lp/l'Unglteria o delle Repubbliche musulmane dell'U.R.S.S .. o 491

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