Volontà - anno XI - n.8-9 - agosto-settembre 1958

bitazioue, educazione, tendono sem– pre più ad unificarsi sulla terra. Nè l'India nè la Cina possono sottrarsi a c1ucsto processo di standardizza– zione un po' affrettato iu entrambi paesi, dovuto al cnnuuino di eman– cipazione iniziato nel 1947 e 1948 ris1,cuivnmen1e, quando il primo ottenne l'indipendenza dall'lughil- 1erra e il secondo si proclamò (( li– berato ::o dnl Kuomingtang. D' allora l' attenzione del mondo i: fissa in questi due paesi, che, da soli sommano il 40 per cento della popolt1zione mondiale. L'U.R.S.S. e gli Stati Uniti si sono eleni padri– ni della Cina comunista e del– l'India democratica rispettivamen– te, benchè <1ucst'ultima non si pre– sti ad essere incondizionata figlioc– cia; e l'umanità è spettatrice di una corsa, intrapresa da entrambi i pne– ~i, che deve dimostrare chi arriverit ,,rimo e piì1 lontano al traguardo, che l'occidenl<' considera la meta i– deale degli Stati: industrializzazio– ne, 11utosuifìcienza e bilancia d'e- 8l)Orlnzione e importazione di pro– dotti. Infatti, vis1i così, coo la pro(fuzio- 110 come mela, l'lndin è in condizio– ni di in(erioritit, anche se cerca di i– mitnre il suo vicino dell'Est, inalbe– rando anch'essa i suoi 1>iano qnii1- qucnnnli. Da ciò sorge la ,,rimn con• lrnddizione f< democratica » gincehè lo Stato assume responsabilità nella produzione a detrimento d'clln libe– ra iniziativa. Niente « laisscz jair<' N laisscz passer ». L'India, <'he ha vissuto per millenni avvol!n nella fi. losofìa che dnvn scarsa importnuza al doma,1i.; In cui nozione del tem– po cm cli minima importanza; il cui ~istcrnn di caste relegava l'ulJima e ali'« outcast » In produzione; l' In- 474 dia vuole per decreto, si capisce per mezzo del governo, collocarsi nel sistema occidentale e nel suo vizio– i-O binomio: eccesso di produzione e uguale creazione di nuove- ncccssi- 1:1 per assorbirle. S1>icgato in un'nl– trn maniera, potremmo dire che si lavora per ottenere il « con(ort )) che, sempre esigente di novità 1• maggiori comodità, obbliga a pro– durre incessantemente. E' in questo punto che i due mondi, l'occidenla– le e l'orientale, soffrono il maggio– re urto. Bisogna dire che al mon– do orientale, sotto <1ucs10 aspetto, ,,,umo aggi1m1i quasi tulli i paesi indo-americani. ln questo pugilato mnlcrialista, l'India non può competere con In Cina che, senza essere rivestita di una mentalità occidentalista, è ca– pace di assimilarln meglio, perchè la sua «filosofia» ammette il rispar– mio, che equivale in parie all'ecces– so di produzione. L'unico problema serio che si presentava alla Cina era quello di convertire l'artigiano, e so– prattutto il contadino, in lavoratore . salariato di fabbrica. In ciò f-u molto agevolata dal Giappone, <'hc, nei 9-uoi cinquant'anni di occupazione ,!ella Manciuria, formò una mano d'opera austera e intelligente che, dopo la «guerra di liberazione», po– tè contribuire a dare impulso alla iudustrializzazione della Cina. Come se ciò non bastasse, l'aiuto sovietico alla Cina non soffre Pinde– l'isione dell'aiuto americano all'In– dia. Gli Stati Unili vorrebbero su– bordinare J'aiu10 economico all'ln– clia acl una posizione senza riserve «pro-occidente» cla parte del pater– nalista Nehm, che considera molto migliore la posizione di «tcr-.ta lor-

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