Volontà - anno XI - n.6 - giugno1958

Il li\.'ello di vita degli indigeni è assai basso, la mancanza di medici spaventosa ( nelle campagne approssimativamente un medico su 200.000 abitanti) non esistono cooperative e nel popolo non si sviluppano inizin– tive per la costituzione di organizzazioni di aiuto reciproco (la Costit·u• zione del 1945 raccomanda la formazione di comunità contadine ma non si. è ancora giunti. alla fase della realizzazione). Quasi simile è sotto questo profilo la sih1azionc nel Salvador, sebbene la nazione sia più piccola e migliore il livello di vita. Tra la popolazione indigena non esistono comunità ( da notare tra l'a'!– tro che non vi sono quasi più indios di razza, mentre nel Guatemala più del 60% della popolazione appartiene ancora all'antica razza indigena). Il Governo ha costruito due villaggi comunitari modello, con case edificate a sue spese, provviste di impianti igienici, quasi sconosciuti in queste caw• pagnc; ad ogni abitante ,•engono assegnati alcuni ettari cli terra, lo Stato insomma mette a disposizione il capitale e acquista i raccolti a prezzi nor– mali; impiegati governativi sono gli unici organizzatori delle comunità e tengono i bilanci, mentre giovani cruacchcri americani inglesi finlandesi cu– rano l'organizzazione sanitaria. Ho visitato entrambe le comunità: ovun– que si nota un intervento dall'esterno: due armi fa due quaccheri europei hanno preso l'iniziativa di fondare una cooperativa di consumo in un vil– laggio, ma finora gli abitanti non sono ancora in grado cli dirigerla essi stessi, paiono non aver fiducia l'un l'altro e certo senza l'aiuto di un gio– vane quacchero americano che tiene loro i libri dei bilanci, tutto falli– rebhc ben presto. L'iscrizione « Cristo Rey » non manca mai però sulb facciata in ogni casa; cerio questo Cristo regale fatto penetrare a poco a poco nell'anima indiana, quando non imposto colla violenza, impera qui da secoli, i preti sono i suoi luogotenenti e il popolo è a loro sottomesso spiritualmente. Tutto in effetti è quindi .rimasto come prima. Certo i villaggi modello del Salvador non sono Kolkoz imposti alla maniera russa, non ,,j ,•igc al• cuna costrizione nei confronti degli abitanti, ma non sono neppure libere comunità come i Kibutzim di Israele poiché non vi si viene sviluppando spontaneamente una effettiva comunanza dei beni, sono in effetti villaggi sui generis, finanziati dallo Stato, in cui si aiuta i contadini a raggiungere un livello di vita piÌI alto: quanto bisognerà però attendere prima che la popolazione sia in grado di evolversi di sua propria iniziativa sino all'au– togoverno, non è dato a nessuno prevederlo. Ma non vorrei chiudere questo mio scritto senza comunicare agli amici la triste notizia, giuntami dal Brasile, della morte a Rio de Janeiro del nostro vecchio compagno Josè Oiticica. Oi1icica che a,•eva 75 anni, era un noto pensatore libertario le cui opere scritte in portoghese non sono an– cora state tradotte in altre lingue: io lo conobbi nel '29 a Rio de Janeiro. 1' anno dopo insegnava lingua indiana del Brasile all'Università di Am• burgo. Il \'eechìo libertario spagnolo Manuel Pcrez ci dà le seguenti in-

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