Volontà - anno XI - n.6 - giugno1958

cità d"invenzioue » diventa fonda– mentale. L'accademismo del vecchio insegnamento deve lasciar posto ad uno stimolo delle capacità creatrici, il che uou toglie che si cerchi di ns. sicurarc la continuità storica rappre- 8entntn dalle norme vigenti: lavoro delicato e di{ficile, la cui problema– tica non si conosceva nel vecchio liceo. Questo è il punto in cui In crisi della nostra cultura ba intacca– to il contenuto dell'insegnamento medio. S1abili10 questo, consideriamo fi– nito qucslo primo capitolo dedicato alla eri,;,i generale della nostra cul– tura nelle sue relazioni con l'Iusc. gnamento Secondario. li capitolo seguente è dt:stinato a precisare par– ticolarcggialarnente questo schema generale nel suo esempio illustrati– vo: il nostro, ed a rilevare in esso i fattori locali che dovremo teucre in conto come termini del nostro pro– blema nazionale. Il • Studio particolnrc~~ialo del processo storico 1Jell' inseµ,:ua– mento medio ucll' Uruguny Fino al 1900 nessuno parlava del problema dell'« Insegnamento Se– cond3rio >). Toccherà alla genernzio. ne che ent1·ò nella vita pubblica al 1>rincipio del secolo di vedere e di porre il problema. E lo foce, nou per merito di una sua maggiore sagacia, ma per la sua contemporaneilù col problema stesso. Nel secolo scor.50 il problema. non esisteva. Fino alla fine del secolo XIX, In cultura intellettuale del paese fo pa– trimonio esclusivo di una piccola minoranza cou struttura e caratteri- 81.ichc molto particolari. Era una ri- 336 stretta élile patrizìa, economicamen– te agiata, con una tradizione gentili. zia di base intellettuale. Corrispon– deva alla speciale organizzazione del paese, polarizzato durante tutta la sua formazione Ira un esteso sfondo territoriale selvaggio, instabile e barbaro e la città-porto, vera base o fattoria, economica o culturale, delle grandi metropoli europee. Quell'élite, vera cJasse di dottori con caratteri molto definiti, era la più alta espressione della cittit-porto: la sua coscienza intellettuale. Sul ter– reno delle idee, era quella elle pen. sava e diceva tutto qullo che si pen– sava e si diceva in tutto il paese; sul terreno dei fatti aspirava n control– larli sottomeuendo alle sue direttive prammatiche tutla la vitti della na– zione. benchè neppure sia mai riu– scita a capirli bene. La sua cultura era un riflesso di quella europea dell'epoca: aveva un senso aristocra. tico nei problemi sociali, e accade– mico e confort.Qista nei problemi cul– turali. Al servizio di questa classe patri– zia e del suo tipo di cultura stava la nostra nascente Università, e prepa– l'ctlorio per tale Università era l'inse– gnamento medio dell'epoca. La clas– !1-c dottorale l'ha creato e modellato per le sue necessità. Si trattava di un ben ordinato insegnamento ac– cademico per fi,z:li cli famiglie colte e ricche -, alla scala provinciale della nostra società. di allora -, organizzato per po<!hi ed educati studenti, e dotato di un forte senso tradizionnlista e d'una invincibile ispirazione europea. Era natural– mente completata dalla conversa– zione familiare, dalla biblioteca pa. terna e dal viaggio in Europa, Il nuovo secolo ha scombussolato

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