Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958

ra dj più la grandezza dell'opera di Danilo Dolci. Chi ha il coraggio di mangiare, egli dice, quando seduto a tavola ha l'ibi davanti a sè, mentre tanti bam– bini non hanno niente dinnanzi a loro e si sa che il loro ventre è vuo- 10? (Ripenso al suo primo digiuno, in segno di protesta per la morte per fame di un bambino. E questa immagine di nna tavola, in cui c'è sempre gente che digiuna, mentre altri non hanno Ja forza di D. D. di aslencrsi dal mangiare, è una do– lorosa realtà della nostra socict0:1). La zona di J\fontclepre nota tipo a poco tempo (a soltanto per il suo banditismo, è oggi conosciuta da– gli italiani per la sua miseria, gra– zie ali" opera che O. D. vi ha s,·ol– to. Trappeto, Partinico apparten– gono alla preistoria in un' Italia che vanta una civiltà millenaria. Le case sono case solo di nome; il più delle volte sono ridotte ad una &tanza sola che ospitano sei sette membri di una famiglia e qualche volta anche qualche animale; il pa. vimento è di terriccio, c'è chi è ob– bligato a dormire ~ul tavolo e chi 1,otto. E le strade sono delle fogna– ture dove i ragazzi giocano e sono alla ricerca di detriti alimentari; nei villaggi manca l'acqua, non si .ea che cosa sia un gabinetto, un asi– lo (quando più tardi se ne creerà nno, la gente farà anche dieci chi– lpmetri a piedi per venirlo a vedere ~ si divertirà a tirare la catena del– l'acqua, .sarà stupita davanti al ba. gi10 ed anche persone di settant'an– ni vorranno provare l'altalena). In certe zone i pastori non sanno nep• pure contare le loro pecore e aono in uno stato di ignoranza impensa- bile. (Molti per esempio, uon han– no saputo rispondere alla doman– da; che cos'è l'Italia, c all'altra che cos'è il mondo? qualcuno ha ri• sposto un mare perchè è comune I' espressione il mondo e 11n ma.re di guai. Uno svedese, inutilmente, anche ricorrendo all'aiuto dei fiam– miferi svedesi, voleva far capire che era un uomo di un paese diverso dall'Italia e quando per aiutarsi an– cora domandò: sapete che ci sono i francesi? si sentì rispondere da una · donna: dicono che esistono). In altre zone c'è il fenomeno dello slittamento del terreno per cui alla miseria si aggiunge l'incubo continuo dei franamenti che quando arrivano distruggono le case e portano anche la morte. Il titolo del libro « Cl'i– s.to si è formato ad Eboli )) non è soltanto una espressione letteraria ma una dolorosa realtà sociale. Basta vedere come la gente vive. Quando D. D. arrivò in quei villag– gi il salario di una giornata lavora– tiva era di L. 120, mentre il pane ne costava 100. Nella stagione fre. sca, la gente si aiuta a sopravvi– vere con le lumache che mangia an– che vive, con le erbe dei campi, ed inventa << lavori che non sono lavo– ri >) quali il contrabbando, l'evasio– ne doganale, la vendita della an– guille, delle erbe, la vendita di ero. ci o candele nei cimiteri o qualche– cosa d'altro di simile. Queste condi– zioni subumane di •ita non si tro– vano solo nei villaggi, ma anche a Palermo i cui vecchi quartieri, fra i quali il << Cortile Cnscino », così in contrasto con le bellezze di quel– la città, costituiscono la lebbra det'– l'umanitì1. In questi quartieri i « la.

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