Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958

proprio destino la cui rcaltù sostan– ziale nozioni come u civiltà », << di– gnità ))• <<eguaglianza )), « fratellan• za ))• <•gentilezza di costumi» nou fanno che indicare approssimativa– mente. Ora, si vorrà pure ammettere che nell'idea di <(socialismo» c'è l'idea di « socictit >>. Fin dai suoi primor– di, nelle concezioni dei grandi pen– satori come nel sentimento delle CO· mu.nità oppresse, « socialismo >l ha significato anzitutto annettere un ·im– µortanza preminente all'uomo che vive in uua truma di rapporti sociali :;pontauei, egualitari, «civili)): so– lo per uu tale uomo, infatti, i pro– blemi della giustizia e della felicità hanno uu senso. Le istituzioni, le attività governative, le lotte di fazio– ne the costringono, e spesso soffoca– no, la società, sono sempre apparse ai veri socialisti o come escrescen– ze maligne da eliminare, oµpure CO· me un male necessario da limitare e circoscrivere al massimo. E' d'altra parte evidenle che non c'è società la quale non sia « completata », sostenuta, o schiac– ciata, da una struttura politica, e per la quale quindi le questioni di go– Yemo come quella della guerra e del. la pace non abbiano un'"importanza vitale. Una fusione completa del ..:sociale », del <epolitico» e del «re– ligioso >) fu rea1izzata solo nella cit– tà greca e, forse con minore armo– nia, nelle città fenicie, etrusche, la– tine. Mentre, in Occidente, il Comu– ne medievale s'è costituito come u– nione essenzialmente sociale e laica, e non ha raggiunto che in prosieguo di tempo, e solo in una minoranza di casi, la forma di corpo politico (Repubblica). Ed è anche la premi- 23& ueuza del fenomeno 1< sociale » nel carattere personale del rapporto fra ;:.ignore e vnssallo the distingue, tra il scC."olo IX e l'XI, il leudalismo oc– cidentale da formazioni molto più ..:politiche », o anche te tcocrati– (·he », che s'usano designare con lo stesso termine: da una strullura so– dale c;omc quella del Git,pponc, per esempio. Platone ha uaturahnenle adattato la sua visione di una società« perfet– ta II alla forma di una c:itti, ellenica; diciamo pure che, di tali forme, a. douò il tipo « lacon.izzante )), c.:on– forme a certi pregiudizi degli am– bienti aristocratici da cui egli pro,·e– niva. Ciò gli ha valso, fra le altre, le severe ramanzine del professor Arnold J. Toynbee. Ma ci deve pur essere un malinteso, quando si arri– va a immaginare .il maestro dell'Ac• ndcmìa come uua specie di conser• valore terrorizzato che avrebbe con– cepito il poco intelligente progetto di fissare una volta per semJlre la vita dello Stato e della societi,, im. ponendole la tetraggine di una di– sciplina immutabile. Si può discutere se Platone abbia avuto ragione o torto di diffidare della felice concordanza fra la socie– volezza più libera, più civile e più umana da una J)arte e, dall'altra, il regime democratico ateniese quale Jo ('logia Pericle nel suo famoso discor– so. Comunque, dopo terribili prove e il disastroso bilancio della guerra detta del Peloponneso, nou era cer• to irragionevole pensare che jJ fiori– re della socielà attica era troppo le– gato all'espansione imperialista e ai •·onlrasti cli ricchezza che avevano provocato sia i massacri di Curl'Ìra e J'Argo che il regime di terrore iu. staurato da Crizia ad Atene. Vra,

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