Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958

voglion piiì essere avvicinare dal marito vr.r paura cl1e umi notte di amore s,i Ira• muti in disperazio11e. Tutte queste testi• mo11ia11zedico,w qWJ11tosia urgente risol• vere il problema della regolazione delle ,wscite, cioè dare a tutti la poss,ibilità di avere figli solo quando si desiderano. E' questa la tesi che sostengono gli autori degli scritti di questo libro, tanto se partono da co11sidcra:;,io11i di ordine economico (ri– allaccia11dosia Malthus clie fu il primo a dare l'allarme sull'eccessivo incremento dr>llapopolazione iii rapporto alle risorse olime,uari) quanto se partono da motivi sociali o morali. Il problema, però, esa– minato da im particolare punto di visW riscl1io di avere interpretazioni ristrettive, mentre /,a ,wa portalo universale. Ed è su questo elle insiste, molto bene, lo psi• culogo N. Perrcui. « Il problema non t: limilato iul un ristret10 numero di perso• nr, (I 1>resso una determinala classe socia• le; al conln1rio esso è generale, invetite il contadino, l'artigiano, l'operaio, le clas• si agillle, riguarda il nos1ro popolo .. , (per– cl,è) il fallo in sè di poter con sufficiente sicurezza regolare le nascite (lia una) va– sr:i portala 11er la vita psichica imlivid11a· le e per l'intera sociclÌI ... Sohanto chi ha assistito all'angoscia terrifica111e che le don• ne in certe determinlltc condizioni pro– Vllno all'approssimarsi delle regole, o con l'immagi11a:iiio11e ripensa a (Juello che han– no soffeno le llonne durante i secoli nel conflitto insolubile tra la soddisfazione i– s1in1iva e la condanna sociale, può rapprc– scnlarsi che cosa significhi per la donna questa liberazione». E', dunqm!, un problema di Uberrà per tutti, ma sopratutto per la donna che, con– siderata da secoli u110strumemo per la ri– produ:=ione, di cui l'uomo si serve a suo piacere, con la procrea:=io11C cosciente ac– quista una nuova dignità ed una nuovo li- 1,crtù: quella dai troppi figli. Nessuna morale, 11essuna autorità reli– giosa o civile può interferire in un campo così .intimo come 11ucllo della procrea– ::ìone. Ma in Italia, com'è affrontato il pro- 220 blema? Purtroppo, per la famiglia vigono ancoro nel C. P. le leggi fa.~ci.~U! Rocco ed il famigerato art. 553 clic condan11a O• gni propaganda a favore della limita:=ione delle nascite. Giustamente dice un magistrato corag– gioso e ontMto, R. D. Pere/ti Griva, quel– l'articolo bisognerebbe corisiderarlo cadu– co poicl1è è mutata la ragione fondamen- 131e cui la legge si ispirava all'atto tiella sua emanazione. J,wece, 11el clima italia- 110 di oggi, non c'è neppure da sperare che venga accolto un progetto di legge sull'a– broga:=ionedi tale ar1icolo, prese11tato già tre anni fa alla Camera e che porta la firma di trenta deputati laici. /lle11tre è pi,ì probabile che ve11ga110a11provate Ire proposte presenta/e alla Camera il 15 gen– naio u.s. a favore dPlle famiglie numero– se. Ma se quell'articolo è 1w grosso ~CO• glio per illuminare la ge11te su quel pro– Mema, ve ne sono altri, forse anclw mag– giori. Vi è l'atteggiomcmo della Chiesa Cattolica. Il Papa che nel mo discorso del 1951 diretlo al (( Fronte delle famiglie )I si era mostrato concilia11te circa un saggio controllo delfo 11ascite, /Jllr permettendo solo ,il metodo Ogin-Km:ius, r,el recente di– scorso del 21 gennaio alle Associazioni delle famiglie ,iumerose, si è mostrato 11110- vameme ,intrrinsigente. l11oltre, c'è l' igno• ranza della genie, ci so110 i pregiudi:=i se• colori, c'è il complesso di vergogno o di colpa lega/O al matrimonio che si sottrae aila procreazione. « Non c'è niente di vergognoso (dice L. l\luslltti) di dire: "Noi vorremmo auende– re ancora un po' per avere dei figli, o noi non vorremmo a\·erne altri e desideriamo sapere quello che si deve fare" ma piut– tosto è vergognoso ed immorale quando si dice: "Noi vcrnmcn1e questo figliolo non lo aspettavamo, ma ci è capitalo"». Immorale, «n:=i delittuoso, è procreare iu un amb-iente subumano, sapendo che i figli sono destinali alla prigione o all'o· spedale. Immorale è fingere di non sape• re clie in Italia molti prat.icano me:zi con• iracet1ivi dan11osi alla salute fisica e psi– chico, qWJn<lo i medici potrebbero consi– gliarne degli innocui; crimino.~o è la.~ciare

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