Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

prietì,? Pisacane risponde che il rh•oluzionario non si pone questi pro– blemi. Egli scrive, « Ja società, come le acque che tendono sempre a livel– lnrsi, riprenderà da sè l'equilibrio»." Tuttavia ancJ1e il rivoluzionario ha il dovere di prospettare alcuni principi su cui basare « il patto sociale», onde non cadere nell'astrauismo e nel ribellismo generico. E Pisacane ce no fornisce alcuni abbastanza ragionati in economia e in politica. « Le gerarchie, l'autorità, violazione mani[esta delle leggi di natura, vanno abolite. La piramide. Dio, il re, i mig;liori, la plebe, adeguata alla base )). 27 « Come ogni italiano non può essere che libero cd indipendente, del pari dovrì, esserlo ogni comune. Come è assurda la gerarchia fra gli indiviaui, lo è fra i comuni. Ogui comune non può essere che una libera ass~cia– zione d'individui, e la nazione una libera associazione dei comuni ». ;,. Come è evidente qui riecheggia il federalismo anarchico fondato ~ul libero contratto, del Proudhon. E a completare questo concetto li6ertario di società il ~isacaue aggiunge il principio della rotazione degli incari– chi. « J mandatari sono sempre revocabili dai mandanti ».n « Qualm:quc nucleo di cittadini i quali siano dalla società destinati a compiere una spe– ciale missione, hanno il diritto di distribuirsi eglino medesimi le varie iun. zioni cd eleggersi i propri capi )>. 3 ' Ma s'intende che il concetto di un i·apo non va inteso nel scuso tradiziormle del termine, coute uutorilù. che ~·im– pone, ma come competenza scientifica e tecnica che regoli un organismo sociale. Pisacane, come vuole la « democratizzazione » di tutte le forze so– ciali, cosi vuole logicau1entc la sociali7.zazione del capitale, la costituzione di sindacati per Je varie branche di lavoro, l'abolizione del testamento e quindi del diritto di crcdi1arie1(1 e di successione, l'istituzione di banchi di scambio per la deslinazfoue delle derrate nei varii comuni. Per quanto riguarda poi l'amminiurazione politica della nuova soce1i,, il Pisacane sug– gerisce l'islituzione di consigli comunali che facciano capo ad un « con– gresso nazionale», il quale regoli i rapporti con le altre nazioni. I pubbli– ci magistrali, i consiglieri e i deputali liberamente eletti, non percepireb– bero stipendi, ma l'associazione di cui facevano parte, con1inuerebhe n retribuirli come se fossero presenti al posto di lavoro. È evidente che queste elezioni non avrebbero nulla di eterno e di a~. soluto. Ma esse si ar1icolerebbero occasionalmente in una società nuova in cui tutti i privilegi !oMero scomparsi. Io fondo in una società dove il principio nefasto dell'm1torità fosse ecomparso e con esso gli efruttati e gli sfruttatori, tutto si donebbe svol– gere per legge spontanea di natura. L'unica legge dell'uomo sano sarebbe il auo dctcnninismo personale. D'altra parie Pisacane riconosce che le leggi ci sono non per il fine universale l'he esse dovrebbero avere, mn << le le~- ]42 2' ibidem, pag. 105. u ibidem, pag. 107. u ibidem, 1>ag. 107. 21 op. c., Saggio iulla Hivolu1io11e, 11:-iJ.108. 31 ibid~m, 1111g, 109.

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