Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

Federalismo Si parla di federalismo in Pisneaoe, ma anche questo è discutibile. Una Icderazione di stati comporta uua costituzione giuridica, \ma delegu di poteri, m1 parlamento, cd egli è contro tutte queste cose. « La nazione snrì1 libera nel momento delle elezioni, poi abdicheri, la propria 10vra1.1ità uelle mani di coloro che l'aura popolare condurri1 al potere; i canclidnti saranno varii, 'tuindi il popolo si scinded, iu partiti ed avverrà <1uello che è sempre avvenuto: il partito prevalente earà tirannico con gli altri, e questi schiavi e in permanente cospirazione contro di esso».• Antiparlamentare quindi ed antipart.itico. Possiamo dire antidemo. cratico anche dal modo come definisce il suffragio universale « amara de– risione del popolo minuto ». Profondo analizzatore del paternalismo dei governi si scaglia contro le riforme e le concesgioui in genere dei governi: «le franchigie concesse dai despoti nei momenti che uon si vedono sicuri della vittoria non sono che un narcotico somministrato 11! popolo per addormentarlo Ira le len– iate catene cd am1ehbiarne l'intelletto ».' Infatti ciò è vero: il popolo si lascia facilmente corrompere e se va a votare ci va perchè s'illude di 1uigliorare In propria posizione. E Pisacane è profetico in cjò: « J;,.inchè vi saranno uomini che per mi~cria si vendono, il governo sari1 in balìa di coloro che ph'.1posseggoiio; la libertì1 è un vano nome ». 1 • .Ma subito notiamo che dopo questa diagnosi alquanto pessimistica della situazione, Pisacane preconizza per il futuro una società nuova: « l'ern nuova verso ctù ci avviciniamo a gran passi ridurrà l'immensa e putrida macchina governativa alla sua pili semplice eapressione; il po– polo non delegherà piì1 nè potere nè volere, il solo sostegno del governo ,arà l'opinione pubblica. li genio è destinato a servire il popolo coi suoi lumi ed ottenere non altro compenso che l'acceuazionc delle sue idee ». 11 Dopo quanto <letto non si può pensare che data In sua posizione anti– parlamentare, il P.isacane sia per la diuatura, cioè J>Crun governo tota; Jitario. La sua preoccupazione è soltanto di ridurre il potere della o: im– mensa e putrida macchina governativa ». È per il decentramento come vedremo e non per lo accentramento dei poteri. Si direbbe che come egli ha sfiducia nella dittatura di un uomo, così uega ln dittalura di una classe sia borghese che proletaria. E ciò ·perchè non vn alla ricerca del contenuto della formula gover»A– tiva, ma nega addirinura ogni forma di governo sugli uomini. • op, c., Saggio sulla Rivolu:io11e. 11,90. • ibidem, i•ag. 87. 1 0 op, r., ibidem, p. 48. 11 o,,. r., La iuerra d'ltaUa tltl 1848,49, p. 6. 137

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