Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

la bomba all'idrogeno di salvare le vopolazioni; e la difesa civile è cli– venuta impossibile, perchè dodici bombe renderebbero il nostro pae– se inabitabile. Meglio allora essere vinti che impegnarsi in wi,,. guerra atomico. Gfocchè, qtwndo l'ultima ciel/e dodici bombe fosse esplosa, voi avreste perso quello per cui combattevate. No: la bomb(I Il no,i i? un.'arma: è solo un flagello >1. li conte Swiuton, gi(1 Segretario di Stato per l'Aviazione, riconosce– va che « l'argomentazione del Prela– to aveva attaccato alle fondamenta tulla la perorazione della difesa, non solo dal lato strategico ma au– che da quello morale >1. li movimen– to « Unarmed >> o della « Nazione Disarmata», che, posta l'inutilità clella « difesa » della unzione, ne deduceva logicamente l'abolizione degli armamenti che costituiscono es:ii il pili grnude pericolo, In neu– traliti1 disarmata, e la rinunzia della nazione ad essere ((formidabile», riceveva da questa coragiosn denun– •da della retorica della gara degli armamenti come <, deterrent >>, un notevole impulso, con risonanza in altre unzioni quali gli ste!1'Si Stati Uniti. Quivi già spettacolosi eserci– zi di nddeslramento dell'intiera na. zione in un giorno determinato, nl ginoco « a nasconderella » con la bomba atomica, con l'evidente inge– nuo scopo di calmare il grave allar– me della popolazione per gli arma. menti, ottenevano l' effetto opposto di suscitare unn Ceroce ilaritit, con le oneste statistiche ufficiali del risul. tato degli esperimenti, che assicu– ravano nna media di sopravvissuti, dopo gli attacchi atomici, su(ficienti a un « second round » per vendica- re largamente le vittimc, con gene– rosa rappresaglia. Esponente di <JUesta amara rea– zione fu la felice idea dcli' Associa– zione Americana per la Conciliazio– ne dei Popoli di rendere un servi– zio al pubblico con wt glossario dei termini più largamente in uso nella nomendaturn deJJa Oi(csa Civile, e nefle relazioni euforiche dei risul– tati degli esperimenti (a11i (parzia– le r iasswuo ). INCURSIONE AEREA: Attacco con ae– rnplani a renzione a velociti1 super– sonica, di 700-1500 miglia all'ora; o, con missrn teleguidati intercontÌ• nentali, alla velocità di 10.000 mi– glia all'ora: trasportanti bombe a– tomiche o all'idrogeno. BOMBE: atomiche, sci volte e più potenti delle bombe d' Hiroshima; all' idrogeno, di potenza illimitata, souo al presente suificicnti ognuna a distruggere le piìi grandi cittn, cou un globo di fuoco di calore più grande di quello del sole, e di area di tre miglia. (Distruzione totale: dodici rniglia quadrate; gravi distru. zioni e danni alle persone: trenta miglia quadrate in su; pulviscoli rndioa1tivi letali a distanze fino a 220 miglia sotto vento, per un'area di 7-10 mila miglia quadrate); di Cobolto, ali' idrogeno, con una ra– dioat1ivi1à tale da distniggere iutie– ri continenti e forse spopolare tutla la terra, con durata mortale per se– coli. Finora non sperimentata, D1FESA CIVILE: Tentativo colletti– vo di provvedere alle potenziali vii• 1in1cdi attacchi con bombe all'idro. geno, ri[ugi che non saranno rifu- llo

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