Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

aessuali; fiuchè sarà in.somma, con• !idcrato «vergognoso» il soddisfa. cimento dei bisogni sessuali quando non aV\'eugono secondo i rigidi pre• ceui della morale corrente, la quale poi ammette tacitamente che si fac• eia al buio ciò che è considerato Ob. brobrioso al sole; allora il ricorso alla prostituzione persisterà, anche indipendentemente dalla prostitu• xione ci sarà la frc<1uenza dei con– tagi di malauie veneree, persisteran– no le neurosi individuali e di grnp. pi di cui è chiara l'origine nelle re– pressioni. sessuali. Anzitutto occorre, dunque, quel– lo che noi ripetiamo continuamen– te: il cornggio della liberti,, tradot– to iu uua franca educazione sessua– le. Non leggi occorrono, ma esempi dm rompano l'ipocrisia dominante. Coraggio di chiamare le cose con il loro nome e tra l'altro di chiamare sudicio ciò che è sudicio, e per con– tro muminare la funzione esscnzia. le di una sana. e sodisfatta sessuali, là per lo sviluppo armonico dei gio– ,,ani, uomini .e donne. Coraggio di mettere in guardia a non lare figli finchè non sorge l'idea della Iami– glia da fondare. E coraggio - per tornare all' argomento della prosti• luzione - di vedere c1uesto fotto cd i problemi connessivi, con occhio realistico, ma con occhio « umano » non già maschile. Combattere la pro• stituzione non è materia di predi. che: bisogna attaccarne le cause, con fatti. C'è una prostituzione che appa. rcntcmcnte non ha nessuna giustj. ficazioue: quella della donna che si vende occasionalmente per avere i n1ezzi di una vita più agiata o qual. c·he lusso che il marito non potreb- 88 be pagarle. Questa prostituzione femminile si assimila agli infinit;·al. tri casi di prostituzione di uomini e donne che appaiono nella nostra as• surda vita sociale: l'operaio che prende la tessera di questo o quel partito, violando Ja sua coscienza~ per facilitarsi il mangiare e il ùar da mangiare alla sua famiglia; il contadino che va in chic.sa o va a votare una data liSla nelle elezioni )'Crchè così sa di riuscire gradito al suo padrone; la povera madre che mendica un aiuto per i .suoi Ulgli, magari facendo anch' essa ,,iolCnza ai propri sentimenti ed alle proprie idcej il giornalista che (a il « pez– zo » su misura per accontentare an. eh' egli il suo padrone, anche se pensa l'opposto di ciò che scrive; e così via. La nostra società è tutta una scuola di prostituzione: cd i maestri maggiori è la gente « a1to• locata » che si prende la responsa. sociale del paese, e che è sempre J.1routa a rinunciare ai suoi principi o a cambiare strada pur di conqui– starsi o di mantenersi un seggio par. lamentare o una Ieluca ministeri&• le. Questi vari generi di prostitu– zione sono assai pili vergognosi e bilità di dirigere la vita politica e ripugnanti, socialmente considerati, della donna che per sussistere usa il suo corpo, come strumento di pia. cere per maschi ignoti in foia, come un lavoro, come un mestiere. .Ma ciò non toglie che questa pro– stituzione sia la pii1 dolorosa, sia la vergogna maggiore della nostra so– cietà, e di noi tutti che costituiamo <1 uesLa società, e che in genere uon 1>rendiamo di Ironie nlla prost.itu• ziouc, una chiara attitudine. Non Ja prendono gli uomini che sono « con. !rari alla prostituzione» mentre la

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