Volontà - anno X - n.12 - 1 novembre 1957

lenze europee) qualunque ricostruzione storica della guerra civile spagnola appare mutilata, e compromessa la stessa comprensione di quel che accadde in Spagna; pare a noi che Vemon Richards nel suo « lruegnamenti della Riuolu::io,1e Spagnola» commetta questo errore: di esaurire in una analisi delle forze di classe e nella politica dei partiti e dei movimenti interni alla Spagna la_riccrca e l'individuazione dei fattori che hanno determi– nato il Cnliimcnto della Rivoluzione spagnola, e più precisamente nella po– litica collaborazionista dei capi dell'nnarco-sindncalismo spagnolo sareb– bero dn ricercarsi le cause del follimento. Collnbornndo :i.I governo di Fronte Popolare i capi dell'anarchismo - secondo Richards - si sarebbero posti contro tutta la tradizione del movimento libertario e, cosa assai pila importante, avrebbero offerta una co1>ertura alla politica controrivoluzionaria del governo. Ma i limiti e la contraddi1orietà della critica di Richards appaiono dal fatto che egli è so– stnnzialmcntc d'accordo col pensiero tradizionale anarchico nel conside– rare i sindacati quali idonee organizzazioni rivoluzionarie; non è su(fi. ciente dire che i caµi anarchici non dovevano collaborare al governo senza indicnrc quale altro potere gli operni e i contadini nvrebbedo dovuto creare e dif.emlere. La rinuncia alla conquista e alla pnrtecipnzioue d'el potere, si~ni6ca lasciarlo sem11licemente e volontariamente a chi lo detiene. Richards denuncia anche la responsabilità dei governi repubblicani dal 1931 al 1936, per non aver sviluppato una autentica politica rivoluziona– ria; ma nulla ci dice delle incertezze e del disorientamento clegli auar– chici nello s1esso periodo, della incapacità dimostrata d'urante la rivolta delle Asturie nel 1934 e gravemente denunciata da Joaquin 1\faorio iu « Ré– volution et contre-révolution cn Espagne ». L'errore dei dirigenti anarchici non sta nell'avere partecipato al go– verno, ma caso mai di avervi partecipalo i,enza un piano generale di azione e di lotta rivoluzionaria che mcnt,·e consentisse una vittoria militare con– tro l'esercito di Franco 1>ortasse avanti nello Hesso tempo la rivoluzione sociale. Ma è proprio sul terreno della dottrina e dell'azione in rapporto al problema d'el potere, deJla sua organizzazione e del suo fine che l'idea anal"f'hica è ancora utopistica. Le istituzioni « libertarie» quali sorsero in Spagna mostrarono ben presto la loro incapacità ad espandersi, a superare i loro limiti « econo– micisti » e « comw1itari »; si può anche pensare che la partecipazione dei capi della C.N.T. al govemo di Madrid acceleri il processo di esautora– mento e isterilimento delle istituzioni « libertarie »; ma il problema di im– pedirlo (ottenendo nello stesso tempo il fallimento dell'operazione con– trorivoluzionnria dei comunisti) non si limita al problema della parteci– pazione o no :11governo, ma rigunrd'a la politica dn farsi e gli obbiettivi da conseguire. Hn osservato Serge che nel luglio del 1936 vi erano tutte le condizioni J>ercreare in Spagna e per consolidare in Catalogna gli organi di un po- 689

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