Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957

ciM di essere l'« im11ile lliversivo >l del gabbi11no o del sorcio; diversivo che l'u– manitii intera sta subendo in mille forme che nulla modificano alla radice delle cau– se dcll.1 su11 angoscia. Questo volc\'o dire, scm:a retorica e scn• za JHOSOpo11ea,con l'animo di chi mal si tro\'a i11una società di geme di tulio pre• occupaia eccello che a risol\'ere il perchè del suo disagio. O. P. For sur mer, 10-6-1957. E' rioto clie le critiche ci giu11go110 sem· pre gradite e clic abbiamo l'abitudine di sollccilark. Perciò è con il nwssimo inie• resse, accompt1g11tltQ dalla simpatia clic ab– biamo per l'amico D. P., che abbiamo lei-• la la sua lettera. Ma confessiamo c/1e, no· rwsl(mte tuW1 fo nostra buona volo,11è, di tirarne qualclie utile insegnamento o sug– gerimento per migliorare il ,wstro lavoro, 110n ci siamo riusciti. Possiamo seriz' altro lrovarci d'accordo, sul giudizio ch'egli dù sul numero di mag• gio di 11uesta nostra rivista. Nou poteva. portargli qualcl1ecosa di nuovo, poicl1è da dodici 1Jm1i, si può dire, ripetù1mo le stesse cose. Ma gli ciwremo Gide per dargli 1a chiave di questa nostra osi.inazione nel ,;. pelerei: « Tou1es choses sonl dites déjà, nrnis comme personue n'écoulC H font tou• jouni recommcncer »•. Ma dopo <1uesta premessa, clliediamo a D.P. quali sono le idee di base cl,e possorio capovolgere interame11te (addirittura!) cen– to sit11a:io11i.Confessiamo che noi non 11.e conosciamo e con la stessa sua frai1chez:.a 11oi gli diciamo percl1è egli, che collabora a tulta la rwstra stamva, ha una gro11de facili1ù <li scrivere e la possibilitù di farsi pubblicare i suoi scritti dai nostri grup• pi editoriali, 110n abbia ancora lanciate qualcu11a di ,,uestc idee. Perchè dobbiamo co11..SU1tare elle finora egli 11oriha operato 11cssw1 capovofgimemo con i siioi scritti. Ed è 11aturale cl1e sia così. Le situazioni che so,w il risultato di secoli di ubbidien- 1 Tutte le cose sono siate dette già, ma siccome nessuno ascolta bisogna sempre ri– cominciare. 54-0 ;;a e di comando, di conformismo a pre• gimlizi volitici e religiosi, ecc. ccc. non possono ess;re capovolte p1mta11do su una idea bose. E' tuua ww lunga, tenace edu– cuziorie che è necessaria af/i11cl1è l'uomo arrivi a /HJIISaread agire in base a quanto egli sente nella propria coscienza giusto e vero ed a spogliare le A11tori1<i esistenti di tutti gli allributi con cui so110 state viste attrm;,erso i secoli da lutti i popoli. Per fare questo, disgraziatame11te, è ne• cessario ripetersi, e se le idee stentano a farsi stratki è ,,crchè il nostro lavoro fatto da pocl1i, co11pochi mezzi, viene son1111erso dall'azione 11efasta dei grandi meccanismi di Pr1rti10, di Cl,iesa e di Govemo. Però è 1111 lavoro che facciamo co11 grande impe• gno, mettendoci tu/lo noi stessi, insieme con lutti coloro che sono co,wi11ti tiella .~110 utilirii. e co11trib11isco110, a11cl1'essico11 dei sacrifici, alla vubblica:.io11e di 11uesta caria st<1111pata. Preci8azione Abbiamo ricevuto e crediamo doveroso pubblicare la seguerlte lettera del Direttore della Biblioteca Peltrinclli. Egregio Signor Direuore, ho lc110 suila·Vostra ri\'ista~ all11pagina 64}l, un apprezzamento non molto esatto sulla nos1r11Biblioteca. Non so su che CO· sa l'arlic.olista fondi questo apprezzamcnte. .E' veto in\'CCCche 111110 il nostro metodo di ricerca è l'o)lposlo di quanto l'articoli– sta sostiene e La 1•rcgo )lerciò di voler rei• tificarc questo giudizio. La Biblio1eca è attualmente una delle piil im11ort:1111i d'Euro11a nel cam)lo degli studi 1•oli1ici, economici e sociali e nel contempo è senz'altro la più imparziale, aperta Co• m'è, proprio per le sue caratteristiche, agli srndiosi di (fualsiasi tendenza. La prego di )>render noia di (fueslo mio scritto e La saluto distintamenle. Milano, 6-<i-1957. IL OIREITORE (Dr. G1ostPr1-; DP.t.Bo) 1 Vofont<Ì, n. 8, 31 maggio 1'57.

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