Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957

Il M.N.A., meglio organizzato, resiste ancora ma i suoi metodi pili paci– fici costituiscono un lwndicop sicuro. Ogni organizzazione possiede la smt propria centrale sindacale nel territorio Cracese (l'U.G.T.A. J>Cril F.L. 1 , l'U.S.'f.A. per il M.N.A.). Dalle polemiche coutjnuc che esistono tra le due tendenze si può ri– cavarne quanto segue: il :M.N.A. rimprovera al F.L.N. di non avere un pro– gramma realista, di condurre la guerra senza prevedere i possibili risultati, brevemente di mancare di politica. Il F.L.N., sarebbe troppo incline n credere che gli Stati Uniti li salverebbero in definitiva ed è accusato di at. tingere le sue risorse da cerli ambienti nazionalisti retrogradi, dal .Medio Oricnlc e dalle compagnie petrolifere nord-americane. A questo il F.L.N. risponde che il 1\f.N.A. si (a illusioni sulle J>OSSibilitàdi ri1,r·cndcre il ,Jiu– logo con il governo fracese e che questo stesso go,•crno aiuta, di nascosto, i partiginui di .Mossnli Radj pet· mantenere un iu1erlocutorc valido rii ri– serva. Infotti si è potuto constatare ·una campagna di stampa che deploruv::a la «rigidezza,. del F.L.N., dopo il tentativo di Bourguiba per far inCOtt• trarc i rapprcscutnnti del F.l.N. con i leaders trionfanti della TuniCJia e del Marocco e !nr loro accettare delle tr11Ltativecon la Frnncia, dopo il rifiuto intransigente elci porta parole del F.L.N. Questa campagna f-u condotta in diversi giornali e bollctlini di sini. stra favorevoli all'autonomia dell'Algeria mus.rnlmana, e specialmente dai soliti « compagni di strada» del parlito comunista. Ciò che lascicrcbbe prevedere che trn un potere rrancesc che: prt:sto o t:udi, sarì, costretto ,,d abbandonare le stmtture caduche della colonizzazione algerina, e la politi– ca ru!Sa che preferisce vedere l'Algeria legata alla Francia piuttosto che indipcndenle e partecipante al gioco mondiale senza passare per Parigi, le intese sono possibili e che certi eventuali intermediari sono graditi. Tut– tavia, sarebbe semplificare eccessivamente gli avvenimenti, gli uomini e le J>assioni, se si credesse che nella guerra cl' Algeria non vi sono che ma– rionette i cui fì]i sono tirati da Mosca, dal Cairo, da New York o da Parigi. I contrasti internazionali sono importanli e, in cldìnitiva, essenziali, ma non sopprimono tuttavia le esigenze sociali delle regioni in crisi. Se l'opinione pubblica francese esistesse, se partiti e si.ndacati uon fossero prigionieri d'un p,otriottis:mo a corta visln, e se il govemo di Pa– rigi avesse un grano di cervello, il primo problema che si sforzerebbero tuHi di risolvere sarebbe l'organizzazione di rimpnlrio degli Europei di Algeria pcrchè, è evidente, qualunque sia la soluzione - militare o di– plomatica - dell'a({are algerino, le !unzioni di postino, di cantoniere, di ferroviere, di au,tista o d'impiegato d'ufficio non resteranno per molto tempo l'appannaggio e il privilegio dei francesi di nascita, ma ritorneran– no agli autoctoni. 527

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