Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957

Jn Italia, oggi, le circostanze non forzano i socialisli a prendere il po– lere, ma sono i socialisti che fanno di tutto per forzare le circostanze per poler arrivare al potere e tutta Ja politica dei partiti di sinistra è subordi– nata a quello sforzo. La conquista del potere è comprensibile da parte dei partiti di destru che hanno tutto l'interesse di con.servare lo stat.u. <JtW della società. Ma i partiti di ~inistra debbono promuovere e volere un cambiamento radicnle della società, debbono sopprimere l'antitesi che esiste tra Stato e Società, non debbono cioè dare una qualifica soltamo socialista al governo, ma debbono conquistare gli uomini al socialismo se vogliono veramente creare la società socialista: debbono quindi puntare sugli uomini, sugli individui e non sulle masse. Il lavoro diventa estremamente pili difficile ccl i suoi risuJt:tti sono 1ni.11imie lenti. ì\fa bisogna pur tener conto degli insegna– menti della s1oria. 11 cristianesimo cd il socialismo sono stati vivi cd operami al loro sorgere, quando nei piccoli gruppi ognuno poteva rimanere se stesso, e conservare le proprie diversitù, le proprie volontà creatrici, interpretar~ libcramcule il messaggio di Cristo o le istauze sociali che il socialismo aveva 1>ostc. Ma quel fermento vitale si cristallizò, si inaridì via vin d1e la Chiesa o il Partito si facevano pili grandi e pili potenti e le gerarchie che si costituivano pretendevano di comandare sulle masse di fedeli. Mai nel mondo e' è stato un diluvio cosi grande di cattolicesimo ac• compagnato cla tanta scristianizzazione. E il socialismo, eenza citare ìl paese pii, grande del mondo dove è stato rinnega11, ed ucciso proprio dal governo che si definisce socialista, è sempre uscilo logorO cd indebolito~ là do,•e ha fauo nso del potere. Se si pensa che l'uso del potere è una condizione necessaria dei par– titi di sinistra, e dato che il partito non può fare a meno di un apparato. bisogna allora convenire che il partito avrà tanta più probabilità di rag– giun~cre il suo scopo quanto piìi l'apparato sarà perfetto poichè si troverà a lottare centro altri meccanismi dello stesso genere. !Bisogna allora mcl• tersi sulla strada di Lenin. Secondo me non cc n'è un'ahra. Ma se lo scopo di un partito dei lavoratori è <Jliello di « lomire per i-11serire gli operai nello Staio» (e ~Ione spiega che questa frase va intesa come partecip.:izio– ne dei lavoratori italiani al controllo attivo della politica e dell'ammiui– strazione dello Stato e per Slat.o, mi pare, che Sifone avrebbe potuto dire Società.) allora la strada dn seguire è un'altra. Bisogna che i lavoratori incomincino innanzitutto a partecipare alle organizzazioni di lavoratori, non con l'adesione fonnale di una tessera, ma interessandosi allo stu– dio dei problemi del lavoro, della comuniti1 in cui vivono, problemi che non sono mai stati risolti dai politici che, per la loro stessa professione di politici, ne sono incompetenti. 488

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