Volontà - anno X - n.8 - 30 maggio 1957

porre l'ideale in un compartimento stagno, nell'isolarlo da ogni tentativo di realizzazione e di confronto coi fatti perchè possa conservare così tutta la sua bellezza e la sua purezza e perchè non sorgano dubbi sull'in– tegro valore della mente che lo con– cepisce. La seconda è quella che dice possibile la realizzaz.ione dell'ideale, ma conscia dell'ostilità delle condi• zioni vigenti, elabora e cerca di im– plementare un programma d'azione che le trasformi, sitchè la vita. vissu– ta e la volontù che la vive vengon determinate da condizioni lattiche e non dall'ideale, dai mezzi adopera• bili ed adoperati e non dal fo1e ul– timo che rimane inaggiunto. La ter– za infine vuole che quel bene che è nell'ideale prenda corpo qui ed ora, che di esso si viva, in miliUra sia pur limitata, e non dei mezzi che ad es– so possono o non possono condurre. Se l'amore, per esempio, è parte di questo ideale, bisogna amare ora chi ci è vicino, e se l'uccidere, iI men– lire o il comandare ne sono esclusi, bisogna rifiutarsi di ricorrere ad ~s– si in ogni occasione, pure quando la tentazione è grande di usarli per a– gevolare l'attuazione di qualche al– tra parte dell'ideale. Questa terza attitudine è precisa– mente quella degli iniziatori di pic– cole società co1m111.itar.ie.Significati– vo C che la maggior parte di essi sia– no sostenuti da un Corte spirito re– ligioso. Poichè la trascendenza, in– segna Jaspers, è nell'eterno, e non s..i disperde nella molteplicità ma si esprime nell'uno, l'uomo religioso non può giudicare del proprio valore e delle proprie intenzioni c-he da quello che veramente fa cd immedia– tamente ottiene; non può delegare il giudizio del proprio operare alla Sto– ria e, semp·re considerando l'uomo come fine e non mai come mezzo, non può agire spietatamente contro gli nomini d'oggi pel bene di quelli a venire; non può trattare gli uomi– ni d'oggi iu un modo che dal pnnlo di vista dei la sua società ideale, una volta realizzata, verrebbe riguarda– to come ri1>rovevole e criminale. Ma pure l'uomo irreligioso, sem– bra a me, dovrebbe far sua que– sta stessa attitudine. Intendo qui 1>er uomo irreligioso colui che non crede ali' immortalità dcli' anima ed a valori eterni, ma che si considera tuttavia nn idealista e po– lli: una possibile armonia di rap- 1>ortisociali aldisopra della sua brn– la volontà di godimento e di pot_e– re. Se non c'è Dio"~ difatti, e se non c'è imu1ortalità, perchè preoc– cuparsi della Storia, che non è che chiacchiera degli uomini di domani; e perchè preoccuparsi della Gloria, tanto civetta e capricciosa, e femini– na, ad ogni modo, che una volta morii non potremo nè conoscere nè possedere·? Se l'ideale che abbiamo concepito è tm bene il cui valore e godimento dipende dalla sua attua– zione, è logico che ci si provi ad at– tuarlo e a goderlo ora dove ci tro– viamo in vita, nella piccola cerchia d'uomini tra cui è dato esercitare la nostra volontà. Il pensare a Wla ri– generazione sociale che abbracci tut– to il genere umano, quale è quella accarezzata dai denigratori dei mo– desti tentativi di vita comw1itaria, è, a dir vero, un voleroi porre al po– sto di Dio che solo sa quale è il bene di tutti e di ognuno; è m1 assumere che la libertà degli altri uomini e il bene, quale ognuno di essi lo con– cepisce, son cose di poca ~mportan- 451

RkJQdWJsaXNoZXIy