Volontà - anno X - n.5 - 1 gennaio 1957

-vano creato un'atmosfera di ostilità e di odii contro i comunisti. Persino tra le stesse file dei partiti comunisti occidentali e di quelli dentro la cortina ,di ferro, vi erano coloro che considerauano uria most.rrwsa bugia la tesi di Mosca, secondo la quale i carri armati sovietici avevano salvato il sociali– smo in Ungheria e la pace nel mondo. Nel momento in cui il p.c.i. si preparava a celebrare il suo congresso .aveva, dunque, con,ro di sè l'ostilità, l'antipatia e gli odii dei no11.-comu– nisti e molto malcontento fra la cosidetta base comunista e fra gli intellet• iuali, dove sembraua di percepire i primi sintomi di una rivolta morale. Ma l'apparato funzionò in pieno: la scelta dei delegati al Congresso venne fatta dietro i suggerimenti e le pressioni del Centro; furono inuiate circolari della Direzione centrale alle Federazioni locali con le opportune istruzioni; dei delegati vennero spostati da una regione all'altra e qualcuno, caro alla Di– rezione, rifiutato localmente, venne incluso in liste di altre regioni (per es. Jlaggioni «federale» fiorentino /ecc parte della lista di Potenza); furono presentate delle liste bloccate che agli elettori lasciarono la sola consola– zione delle cancellature dei nomi non simpatici, ma non la libertà di so– !ltituirli con altri (il che non ebbe nessun risultato pratico perchè anche i cancellati vennero eletti), e si preferì tenere il Congresso a Roma, anzichè a Livorno com'era stato in un primo tempo fissato, per sottrarlo ai ricorcli suggestiui di quella ciuà, e clarc a Togliatti il modo di controllarlo più fa• cilmente, di domi11arlo con la sua grande abilità di « tattico » di « oppor– ti.mi.sta » e di « equilibrista ». Un congresso preparato con tanta cura non poteva serbare grandi sor– prese. Infatti fu un congresso ben disciplinato: alla lett.ura della relazione– programma di Togliatti, seguirono le risposte (quasi tutte lette) dei dele– gati, contenenti i soliti panegirici al « Capo )Il (il che dimostra che « il culto aella personalità co,uinua), in un'atmosfera grigia, quasi da funerale. Tutti si sono mostrati ben disciplinati e conformisti. Poche le critiche, po– chi i discorsi « indipen.denti >) (riproduciamo più in là i pezzi più imJJOr– tanti dei principali discorsi non conformisti). La ragione di questo piatto conformismo, che raggiunge molto spesso il più cieco servilismo, non è tanto dovuta all'autorità di Togliatti (che anzi si è sentita in declino) quanto la paura che domina ogni manifesta– zione di pensiero comunista. La paura di non essere perfettamente in li– nea, la paura di non. interpretare i « testi sacri » secondo l'interpretazione .di Mosca, la paura dell'eresia e, quindi, della scomunica. E' questa paura che induce Terracini, Di Vittorio ed altri ai semi-pentimenti, alle ritratta– zioni dopo di aver assunto atteggiamenti un poco autonomi. Inoltre, c'era eia vincere una vergogna, da scacciare un tragico fanta– sma che pesava sul «mgrcsso: l'assassinio del popolo ungherese. Tutte le spiegazioni cli Mosca, ripetute fino alla nausea da Togliatti e dai più fe– deli, non erano riuscite a trariquillare tutte le coscienze. Molti si senti– vano umiliati, inquieti, ma reagirono a questa loro inquietudine solidariz– ~ando con gli altri. 257

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