Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956

COLLETTIVISMO ATEISMO ANARCHISMO Q UESTE tre parole sono un pro– gramma: in esse si compendia la Rivoluzione Sociale, ch'è la rivolu– zione dell'avvenire. Il popolo operaio s'è finalmente accorto, che una vita di transizioni contiuue colla sua coscienza e coi principi assoluti d.i Libertà e di E– guaglianza non fa che vieppiù riba. dire que' ceppi che vuole infrangere, tanto più funesti quanto più le ap– parenze li nascondono a' suoi ocehi; egli s'è persuaso che ad attendere Veracemente a!Ja vagheggiata emau– oipazione è uopo rompere col passa– to ogni legame, cancellare le vestigia di <1uelloche Iu, e dipingere a nuovo lo scenario della vita: però a' gau– denti, che dormono sonni lascivi, a' coronati che parlano di diritti divi– ni, a' preti, che con manti di reli– gione coprono inveterate sozzure, a– gli eterni nemici della luce, come la rivoluzione francese alla vecchia Europa gettava a guanto di sfida la testa cli Luigi Capeto, -scaglia in fac– cia le terribili parole, che turbano tanti sonni, che stringono tanti cuo– ri, che agitano tante coscienze - Collettivismo, Ateismo., Anarchia - e innalza lo stendardo della rivolu– zione sul quale esse fiammeggiano come la colonna di fuoco che prece– deva gli Ebrei alla conqu.ista della terra promessa. Noi siamo atei: non crediamo, cioè, ad una potenza soprannaturale, che regge e governa a piacimento le sorti degli uomini, si chiami dessa o fato o provvidenza, non le credia– mo perehè la scien7,a e la ragione la negano, non l'adoriamo -perchè in– ceppa il libero moto ad un fine mi– gliore, non la temiamo perch'è vuo– to fantasma, non la preghiamo pcr– chè la preghiera, ch'è sintomo di fiacca... [1,arola illeggibUe], non dee avvilire le labbra dell'uomo. Non crediamo a sanzione oltremon– dana per ciò che abbiamo 1>er fermo dover essere il bene oggetto e fme a sè stesso, non potenza di usuraio che per dieci vuole cento: scendano a– dunque gl 1 idoli dai piedistalli, e a loro non s'incensi mai J>iù; lo sape– te: Dio è uno ·spaurace.hio, i preti sono parassiti, ]a chiesa è il 1>ostri– bolo della ragione. Noi crediamo jn quella vece liìlla l)Olenza del progresso, alle forze del– la natura, al vjncolo di umanità, al– la ragione, .alla scienza, crediamo a che nè forza di despoti nè .pregiudi– zi di preti, nè raggiri di tristi val– gano a distrarre il genere umano dal– )n via della civiltà: noi crediamo alla rivoluzione, alla virtù del sa– crificio, aUa verità, alla luce, all'av_ venire: noi speriamo. Oh! ]a nostra religione ne vale bene un'altra; il nostro Dio può 5tar bene a fronte del Dio dei ,preti! 209

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