Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956

tare di impiegare la ,·iolenz.a 6.oica tra compagni, allora si può immagi• narc in <1uale pantano noi siamo sprofondati. Evidentemente, tutta la concezione de1l'• autonomismo » era fondamentalmente illusoria ed a• 1111cronisticn. Si dico che noi abbiamo bisogno delJ'unitìt nell'apparato govcrnati,•o. Du dove viene questa affermazione? ~on si tratta dello stesso apparato ruuo di cui dicevo (in una pagina precedente del mio notes) che era un'eredi1à dello zarismo e non era stato ehc &fiorato con l'olio santo del sovietismo? Certamente a,•remmo -dovuto a– spetlare, per impegnarci su questo terreno, di poter rispondere del uo– stro ap1>urnto come cli una cosa com• pletumcntc nostra. Ed ora noi dob– biamo in coscienza dire che è prec:i– .samcnte l'OJ)posto di ciò che noi ab– biamo preteso; cioè che noi abbiamo chiamato nostro un a1)parato che in rcallil <'i è t•straueo, che è tUl )a!!(:ito della borghe.sia e dello zarie:mo, che noi non avemmo la possibilità di soi;1i1nirc durante i cinque nnni tra– &COrsi, con i territori nelle note con– Jfaioni, e, quando gli « affari correo. li >1 della guerra e della lotta contro l11 carestiu avevano una priorità asso– luta. 1n tali condizionj, è J>Crfeuamcnte uaturale che la formula astratta con– cernente « In libertà di 5eeessione :.t che ci giustificava così focilmcnle ai no&tri propri occhi,, si sia ri\'clata un semplice straccio di carta, tlcl tut– to insuUiciente per difendere Jc ruz– ll',C s1ra11i.cre contro ]e intrusioni di ciò che è generalmente l'uomo russo, il grnn-russo, lo sciovinista e, per essere esatti, quell'essere odiOf!O e dannoso che è il tipico burocrate ros. so. Era certo che la peroentuaJe insi– gnificante dei funzionari sovietici e sovietizzali di cui noi disponiamo si. affogherebbe nell'oceano deUo scio– vinismo del canagliume gran.russo, come una noce nel latte. Si pretende, per difendere ]a no– stra attuale pratica, che sono autono– mi tutti i Commissariati del popolo le cui attività si estendono a mate– rie clie riguardano Jo api.cito nazio– nale e l"educazione nazionale. Ma la questione si pone così: è possibile mantenere i Commissariali del popo– lo interamente di~taccati dal centro? ed anche una seconda domanda: ab– biamo applicate le misure volute con le cure necessarie per difondere le razze straniere contro i derjimorda 1 tipicamente russi? Secondo mc 11011 abbiumo preso tali misure, mentre noi avremmo potuto e dovuto .farlo. Io penso che ha an1to un ruolo fa. tale in quest'affare la fretta e l'im. petuosità amministrativa di Stalin e l'importanza esagerata che egli at– tribuisce al famoso « sociaJ-naziona– lismo l>. Tali nberr11zioni in volitica hanno gcueralmc111c j peggiori risul– tati. Temo ugualmente che il compagno Djerzin.sky. che è anelato ucl Cauca– so per indagare sui • delitti » dei u ,oc.ial-nazioualisti » si sia ugna.I. mente distinto con In sua disposizio– ne repressiva tipicamente ME.sa (è noto che i membri ruMificati delle nozionalità allogene honno tendenza a rincarare sul ca1,it.olo degli atteg• giamenti lipjcamcnte russi). L'ob- 1 Derjimorda è un penonnggio di Gogol, caranerizzato nel romanxo dnlJa sua arro– ganza brutale (n,d.T.}. 115

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