Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956

rcumo del ciuovnil.· moscovita mmieggi.alore di knut. Il funzionario ,wn, ha fatto che estendere i suoi poteri., restringe,ulo nello stesso tem.po le sue ca.pacità umane. I più feroci e pi,ì brutali dominatori sono cl'altra parte, come sem,pre, gli allogeni conquistati alla causa del centralismo unitari-O. ll pofo~co Djerzinsky, il georgicuw Ordjonikidzé si permettono pubblica– mente dei procedimenti vessatori e delle violenze fisiche ,iei riguardi dei loro propri compagni di Parl,ito. (Si può pensare come essi avranno trat• tato i. membri degli altri part.iti socialisti, i rivol,izicmari ,w,~iufeudati ed i semplici citu:ulini dell'Unione!) • Non sembra inutile ricordarsi di certi aspetti pratici dei consigli di Lenin ,i proposit.o dei rapport.i tra nazionalità clomilianti e nazional'ilà do– minate, nelle relazioni personali tra lavoratori, e tra compagrii di idee. C'è in essi, più che una questione di wtto psicologico, un'aspirn::i-One Jo,uhtmentale alla giustizia, e ad una dignità com,pensatrice delle umiliazioni subite, aspirazione che, come lo dice molto bene Lenin, rwn può essere sodis/ntta Mtl pia,w wsirntto de/l!uguaglfo11za formale tra cituuli.ni cli tutte I.e nazioni. Per ciò proponiamo alla medirazione del lettore le idee di Lenin. A. PnUNIER lL PROBLEMA IJELLE NAZJONALl1'A' Per colpa mia ho causato un gran– de danno ai lavoratori della Russia, perchè non ho spinto con sufficien– te energia e decisione verso la sua soluzione la questione ben nota del• J'« nutouomismo )), ufficialmente più conosciuta sotto il nome <li questio– ne delle nazionalità in seno all'U– nione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Quest' estate, quando ta1e que– stione è sorta lra di noi, ero malato, e pili tardi, in autunno, 1>revedcndo con troppa fiducia il ristabilimento della mia salute, mi ero promesso di intervenire all'occasione del plenum d'ottobre e di dicembre. Invece non lio potuto assistere nè al plenum di ottobre (specialmente consacrato a <1uc~toprohlc1:na), nè al plenum di ]14 dicembre; ed in questo modo la que– stione mi è <Juasi interamente sfug– gita di mano. Mi sono solo arrangiato per parlar con il compagno Djerzinsky, che era venuto dal Caucaso, e che mi ha es– posto come le cose si pre~ntavano a questo proposito in Georgia. Sono u– gualmente riuscito a scambiare qual– che nota con il compagno Zinoviev, e gli ho fono conoscere ]n mia ansie. ti, nei rif,'lrnrdi di questa questione. Ciò che io ho udito dalla bocca del com1>agno Djerzinsky, che era a ca– po della Commissione inviala dal Co– mitato Centrale allo SCOJ>O di « fare un'inchiesta)) sull'incidente georgia– no, mj aveva preparato al ,1)eggio.Se le cose sono arrivate fino a quel ·pun– to, se Ordjonkidzc non ha 1>otuto evi•

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