Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956

vada con dio! che bella donna, pas– ecggi in libertà fino al momento in cui riceverò l'ordine espresso d'ar– restarla ». L'ammirazione per il bel sesso era eosì grande in questo barone baltico che ,anche più lardi fascerà ,passare un'occasione d'arrestare Anna, quan– do aveva già ricevuto ordini precisi in proposito ... Anna Makarevic, mal– grado i suo vent'anni, grazie alle sue qualità eccezionali cd anche a causa del suo passato rivoluzionario, oc– cupò ben presto una posizione im– port:mtc nel gruppo dei « rivoltosi » -di Kiev. Come Marja Pavlovna Kova– Jevskaja si distingueva 1ler le sue ca- 1rnciti1oratorie, anche se dava l'im– pressione d'esser hen più colta di quest'ultima. La sua oratoria era pii, adatta all'agitazione che ai dibattiti polemici ». u Anja partecipò con i suoi compa– gni di Kiev ai primi tentativi di ,5ta– hilirc nelle campagne circonvicine dei centri che dovevan servire a sca– tenare rivolte contadine locali. Se– condo loro ogni rivolta avrebbe avuto un suo significato, anche se fosse sta– ta schiacciata, .anche se non si fosse estesa. Essa avrebbe contribuilo co– munque a compiere l'educazione ri– voluzionaria del popolo. Era questo anzi, secondo loro, l'unico mezzo di educarlo. Vano sarebbe staio ogni lavoro preparatorio. Chi doveva vrc– pararsi non era ]a massa contadina, ma quel piccolo gruppo che doveva servire da scintilla, il grnppo dei ri– voluzionari stessi. E Ja preparazione di questi. tùtimi doveva consistere u. nicamentc nella raccolta dei mezzi pratici necessari alla sommossa, armi 11 L. C. DEJC, ]u;nye buntari (I rivol– tosi del sud), op. cit., p. SI-54, da fuoco, pugnali, bardature per c;:i. valli, ecc. Mentre i suoi compagni si fìssarn– no dapprima in un piccolo villaggio di nome Smela, e poi ad Elisavet– grad, Anja fu inviata all'estero con lo scopo di procurare una stamperia per pubblicazioni clandestine e per prender contatto con l'emigrazione. L.1. tipografia (u cffettivawcutc pro– curata da Jci. Stefanovic e Dejc riu– sciranno ad assicurarne il passaggio attraverso la frontiera ed a nascon– derla a Odessa. Anna cercherà invece inutilmente di creare un contatto con Bakunin. Potrà parlargli dell'idea di sollevare i contadini con un fal– so manifesto deJlo Zar, secondo iI progetto caro ai << rivoltosi » di Kiev, ma Io trovò, nel giugno ]876, ormai malato, morente, e « assoluta– mente contrario ad un progetto si– mile ». 12 Identica accoglienza ebbe quando si 1>rescntò alla redazione del << Rabotnik » (li lavoratore), a Ginevra 1 con la proposta di stampa– re 1.m opuscolo di Stefanovic in cui era contenuta la teoria di tutto il gruppo. L'opuscolo è andato perso, ma Aksel'rod ce ne J,a riassunlo il contenuto. « Noi siamo abituati a guardare il popolo, diceva, esclusiva– mente atlraverso il prisma della ci– viltà dt-U'Europa occidentale J>erchè 111nostra educazione è fondata in gran parte sulle concezioni elaborate dagli scienziati europei sulla base dello studio della storia e delJ'attuale situazione dei paesi più avanzati. Dobbiamo invece liberarci dall'influ- 12 L. DEJc, Za polveka (Mezzo secolo dopo), Berlin, 1923. voi. li, p. 79. enza di queste teorie dell'occidente e conformare la nostra azione esclusi– vamente alle idee ed alle abitudini 109

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