Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

nazionali, la vita dei trattati interna– zionali dipende sempre dalla volon– tà delle Alte Parti contraenti. Per punire uno Stato sovrano che non rispetta un trattalo, l'twica sanzione possibile è ,la guera, e non si vorrà certo ricorrere alla guerra per far rispettare delle disposizioni ohe ri– guardano lo scambio deJle merci, la cOn\'er1ibilità della moneta, l'orga– nizzazfone dei trasporti, il movimen. to dei capitali e delle 1>ersone. L'e– sperienza degli ultimi anni, durante i quali abbiamo visto il governo in– glese svalutare la sterlina, senza te– nere a!cm:i. conto degli accordi di Brett.ou Wood, ed j governi di diver– si paesi europei ristabilire, quando l'hanno creduto, i contigenti alle importazioni, contro gli impiegati assunLi in sede 0.E.C.E. per la libe– razione degli sca.mbi, conforma Ca precarietà di tutti gli accordi del ge. nere. D'altra parte - come ho più volte spiegato nei miei articoli - una ve– ra unione del mercato europeo non è nep1H1re concepibile, se ogni Go– verno europeo conserva un indipen– dente potere di stampare carta mo– neta, di allargare e restringere il cre– dito e J-i controllare i cambi. Quan– d'anche, per assurdo, si riuscisse ad eliminare tutti i dazi, i contigenti e le discriminazioni di ·prezzi tra i mercati nazionali, i Governi potreb– bero sempre forzare le esportazioni manovrando la moneta e il credito, o impedfre le importazioni, riiiutan– do le valute per pagare le merci strà'– nierc. Ma l'autonomia della politica monetaria e creditizia è uno degli 46 aspetti fondamentali della sovranità,. sicchè nessun Governo consapevole dei l)ropri doveri vorrà mai cedere ad altri una leva di comando di tan– ta importanza, finchè la responsa– bilità della ,politica estera e della di. fesa del territorio nazionale non sia trasferita a un organo politico sovra– nazionale. Infine, <1uando le prospettive della politicu moncl,iale consigliano d_isvi– lu1,pare oltre i confini nazionaJi la produzione dei materiali strategici e dei generi alimentari indispensabili per far fronte, in caso di guerra, alJa eventualitì, di un'improvvisa cessa– zione degli approvvigionamenti dal– l'eslcro, ben poco può valere l'osser– \-·azioue che tale 'l)roduzione non ri– sulterebbe economicamente conve– niente. Chi, per <lilcndcre la indi– pendenza del proprio Paese, è dispo– sto a correre il rischio di veder di– struggere intere città, con i loro a– bitanti - comprese le donne, i vec– chi e j bambini - e con le loro ir– riproducibili opere d'arte, sarà tan– to •più disposto, in vista del medesi– mo scopo, a sopportare la djstruzio– ne cli ricchezza causata dall'autar– chia, Possiamo perciò concludere, su questo punto, con le stesse -paro]e che scriveva nel 1952 Luigi Einaudi: « È un grossolano errore dire che si comincia dal più facile aspetto e– conomico per passare poi al piì1 di!. 'ficile risultato politico. È vèro il con– trario. Bisobrna cominciare dal poli'– tico se "'i vuole l'economico ». ERNESTO Rossi

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