Volontà - anno IX - n.12 - 1 luglio 1956

DALLABELLA-GUERRA ALLA GUERRA-TOTALE A LLA .META del secolo XVIII, nonostante quello che oerti sto• rici. prigionieri di miti retrospettivi hanno scritto, la guerra nazionale non esisteva ancora. Mentre trenta o <1naranta mila mercenari di tutti i paesi si misuravano in campi chiusi per jl Re di Francia, di Prussia o di Inghilterra, i veri inglesi, prussiani e Cranccsi viaggiavano, discutevano, commerciavano liberamente e si preoccupavano pochissimo dell'esito delle OJ>Crazioni. La guerra non cam– biav., niente alle abitudfoi ed ai co– stumi delle popolazioni deffe quali qualche dinastia essenzialmente eu– ropea ,si contendeva la iedeltà; non aveva nessuna influenza sulla · pro– prietà economica, poichè le frontie– re rest.'tvano aperte in pace come in guerra; e quanto agli uomini armati che passavano la loro esistenza sen– za far niente, nella dissolutezza, in ~1.ttesadi di(endcre i colori del reg• gimento in un incontro storico, in caso di gravi disgrazie avevano assi– curato wia pensione all'Hotel degli lnvaUdi. Era la <e bella guerra », per quel tanto che la guerra può essere bella. Era, in tutti i casi, la guerra nelle forme cavaJlercsche e sapienti~ con pizzi e ca·ppcllo a piume, non all'ul- 1imo sangue ma al primo, e che ave- va molto cura della vita e dei beni dei civili, Al XV secolo, i Condottieri italia– ni facevano ancora meglio: davano delle battaglie con dei campioni (svizzeri, tedeschi o croati) in belle armature ed erano così abili nel ca– dere da cavallo a terra che questi tornei erano nello stesso tempo più rimwieratori e meno crudeli delle nostre partite di rugby. ,Inoltre, per convenzione reciproca, gli eserciti non entravano mai nelle città italia. ne, amiche o avversarie, che mante– nevano i « barbari » a distanza - almeno fino all'invasione dei fran– cesi. IP'ieno di sangue e di vita, l'italia– no del rinascimento era pronto a de– finire una questione individuale, ma non concepiva la necessità di morire per una questione altrui. Per trovare un popolo tanto antimilitarista, bi– sogna oggi arrivare in Germania, do– ve il 70 per cento deUa gioventù si dichiara ostile al servizio militare ed a tutte le forme di intruppamento comandate, in una direzione glorio– samente sconosciuta. Bisogna dire che è alla Rivoluzio– ne Francese che spetta il merito di avere introdotto in Europa questo ritorno massiccio al nomadismo ar– mato della tribù primitiva che im- 655

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