Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

A N T o L o G I FORSE UN GIORNO SAPRO' Questa notte ho sognato d'essere condannato, al muro, •pronto a morire: il so.le sanguigno infocato e rosso del mattino nuovo spuntava all'orizzonte. Dovevo proprio dipartire allo spuntare de) dì novello, glorioso e dolce. Ancora un ideale, che perseguivo con anelito intenso doveva rimanere inafferrabile. Una ricerca inutile, una battaglia incompiuta, un sogno ininterrotto, un mattino di sangue ormai eran tutta la mia vita, una giornata appena iniziata e rimasta incompiuta. Breve era stata la mia vita, ancor viva Ja mia giovinezza. Seppur la vita non era stata Caci]e il morire mi era duro. Avrei forse un giorno scoperto il significato di tutto ciò? Morivo per llll ideale che sapevo grande ma il cammino da percorrere era ancora lungo ... Caddi con le braccia tese quando spararono, quasi ad ahhraccinre la terra e compresi d'un sùbito, che l'illifinito senza nome era per me. JottN liATLAND A da: La re.si $ten:a FMlla letteratura. 3 fUnt di Aris1ide l\l:ud1e11i e Guido Tas3inafi, ediz. La Bt1Se,Milano, 1955. Tr11du1.. di Reginald Cicconardi. t'attrice Cerda Uing del Tcnlro di Oslo ricopiò queola 11oesin d::i 1.u1 giornnlc di Stoccolma, duran1e il 8110 esilio di 11rofuga poli li ca in Svezia. AI suo ritorno in Patria la lesse alla cerimonia organizzarn ad Oslo per celebrare il primo diciuseue maii;gio dopo la liberazione. L'impressione ,uscitala nel pubblico fu gr1mdi,;si111a. Nulla sapeva Gerdn lling di chi avesse scritto lR 1 1oesi:i.Mn il giorno seguen1e le wlefonò uno donna, dicendole che l'aveva sui1ta, il giorno 11rima di eo~crc fucila10 dai tedesrhi, ~uo figlio John Hntland, un giovane studente liceale norvegese. 523

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