Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

IL PREZZO DELLA NOSTRA INDIFFERENZA Q UANDO ci ai trova in un paese conquistato, come lo erano i te– deschi h1 Francia ed i francesi in Indocina, la regola è che non si ten– ga conto per niente di ciò che si fa in suo favore, ma che ogni ingiusti– zia venga rimproverata senza indul– genza e senza possibilità di perdono. A questa specie di argomenti, la risposta degli uomini sinceri per non dire cinici, è che il nostro impero è la condizione della nostra prospe– rità. lo sono persuaso che questo è falso ... Ed anche ammesso che queJlo fos– se il prezzo della nostra prosperità, io so che non sarei il solo a preCerir– le una onorevole povertà. Ma a me pare che la cosa piì1 gra– ve di tutto questo, sia che noi ab– biamo con tanta facilità tollerato che ci 1rascinassero in una guerra della quale non approvavamo nè i motivi, nè i fini. lnlatti, finchè non Iu evidente che questa guerra era un pericolo anche per coloro che non la facevano, noi abbiamo saputo che era scoppiata e ne abbiamo seguito le vicissitudini nella pili completa indifferenza. Lo stesso accadde per la guerra in Co– rea. Perchè se ci accadeva, secondo il campo da noi scelto, di tremare quando uno dei due avversari indie• treggiava e di rallegrarci quando a– vanzava, nessuno veramente si addo– lorava pensando ai Coreani, la sor– te dei quali era sempre la stessa: cattiva. Bisogna dunque confessare che noi abbiamo permesso che si compisse in nostro nome ciò che molti tra di noi considerano delitti. Noi l'abbiamo accettato o abbiamo voluto ignorarlo. Brevemente, noi siamo stati degli infferenti. Ecco il segno di questa nostra epoca, e noi, non meno degli altri, ne portiamo le tracce. Eppure noi dovremmo conoscere il prezzo della nostra indifferenza. Non è ancora molto remoto il tem– po in cui ci si incoraggiava dicendo– ci che essa solo poteva garantirci la nostra sicurezza. Benchè i ricordi sbiadiscano nella nostra memoria ingombra di imma– gini più recenti e per noi più vio– lente, ricordiamoci il tempo in cui il popolo spagnolo combatteva pet· la sua libertà. Tutti i problemi d1e abbiamo dovuto risolvere in se~ui– to, noi stessi, si erano posti allora. La guerra di Spagna ha diviso ~li uomini in collaborazionisti oppor1u– nis1j e in resistenti. Sono pochi co- 1oro che, in seguito, hanno avuto il desiderio o l'occasione di cambiare

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