Volontà - anno IX - n.8 - 1 febbraio 1956

Ancora ctmdide illusioni. Qualunque cosa facciano di bene, non ·.wrà mai qoondo agiranno attraverso lo Stato, come deputati o .1enatori o ma– gari minUtri: chè allora .soranno /or::ati a servir.1i per la realiz::.azione pratica dei lor progetti della Jte.1.1a burocra.zia. e giudici e polizia ecc. che il /0$cismo ci ha lasciati in graziosa eredità, e no,1- concluderannò ·nulla. Il bene vero che potranno fare sarà nel continuare uniti. il lavoro di illuminazione dei problemi reali che molti tra loro han finora per.1eguiro con rara tenacia e profondità tra il popolo. Dovrebbero cioè proporsi di non partecipare alle lotte politiche, per /erre del bene. Ma sarà molto difficile, per un « partito "· Conclusio,1.i: È ben ·difficile trovare nel momlo cosidetto « civile » una rappresen– tazione tanto evidente qual'è ora in Italia del dualismo radicale per cui Stato e popolo sono separati da una frattura incolmabile. Lo Stato, operante in un limbo suo proprio, con..1ervatore dei legati del pa:JSatoanche dei più negativi, freno d'ogni apertura verso un avve– nire migliore. Il popolo, al laooro invece quel tanto che può nella società– aperta che è la sua sede naturale .- e quel tanto è nel nostro caso <111el pochi.,simo che U) S1aw no,1. riesce a vietare. Pare che una u,le evidenza dovrebbe illuminare. far di:,ertare il po– polo dalle colonne dei politici clte, sia dalle posizioni di governo sia da quelle di opposizione al governo, sia dai giornali che dalla radio e dalle altre piaua/ormc di pro1x1ganda organizzata, cercano ,'folo di addormen– tare il popolo in facili ubbidienze. Invece il popola nel suo molteplice insieme, ancora into.ssicalo dalla tremenda esperienza ,wgatfra del vc,ue,mio - i,1- cui i mc1odi dell'au– torità sorw stati u.sati, a,1cl1e se sllipidamente, in modo sistematico - con– tinua ad ubbidire, a sop1>0rtare, a tirare avanti. Tut.tavia, giovani. vi sono e/te si dedicano con tut.ta . la vita. li, svegliare i dormenti, ci dissodare la terra inaridita, ad aprire nuove strade. l'er quesfopera di rottura tm nome solo, Danilo Dolci. solo con le sue illu• sioni cd il suo sacrificio tra i poverissimi d'un paese di Sicilia, basta per tutti. E vi sono anche uomirli e donne non. pochi e/elle ge,wrazioni pre– /ascistc che continuano a ,w,a.-mollare. Noi ci. mettiamo con gli uni e con gli altri, a m0<lo nostro - così come essi sono a modo loro. L'avvenire è certo. Ma è cerro nella direzione cli.e da Jempre l'anar– chismo addita: il popoU) di persone libere, in associazioni autonome, perseguenti nella. rete dei loro accordi esperienze diverse cli vita sociale - scn:a il peso oppressivo dello Stato unificatore e pianificatore clte con i Juoi mille tentacoli di potere avvelena di comando e d'ubbidienza dap– pertutto dove arriva, a,iimato dall'unica volontà di conservare i privilegi in. atto per le élites installate nei seggi d'Autorità (molteplici: i,1, poli,.. tica, nel lat:oro, nelle scuole, nelle <1rt.i - dappertutto) - od al J>ÌlÌ sur– rogarli co,r.privilegi nuovi per tlllOVe élites. V. 408

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