Volontà - anno IX - n.8 - 1 febbraio 1956

casella del Manierismo da loro stes– si costruita (che bel posto, al piano interrato, Slanza J a mano destra) come i manieristi t)iù completi che si possano concepire. Nessuno più di loro meriterebbe quesla classifica– zione deleriore, se classi6care a,·es– se un senso umano: poichè delle lo– ro costruzioni intellettuali, della loro «maniera» di lavorare secondo sche– mi comuni a tutli, pre688atj daj dot– ti maggiori, ai sono molto spel80 (al• ta quasi una mania. Innocente mania, si dice - e par vero. Ma non è così del tutto inno• c·ua come pare. Le vittorie degli ideologhi-impaz– ziti stanno deformando la socictù U• mana. Taylor e Ford, Marx e Lenin, Hitler e Pio Xll - per definire il fatto con nomi tipici - hanno, tutti (C grandi uomini » ma avvelenati dal– l'esigenza di avere sciocchi od inte– ressati seguaci, tracciata la grande strada su cui I' umanità dovrebbe adattanii a marciare come massa compatta di ubbidienti animati dal– la certezza del bene-futuro. Strada che si prese.ma 1e.mpre at– torno ai pretesi mira :oli della «uni– tà» in cui ogni persona rinuncia a sè per divenire uno-dei-molti: io-te– noi dovremmo, ci si dice, accettare di credere-ai-Maestri, di ubbidire ai– Veggenti: la nostra forza-collettiva diverrà in tal modo così inunensa che nulla 1)otrì1 opporsi al trionfo dell'Jdeologia, cioè al ruggiuugi– mento del Pnrndiso. Forzo-collettivu. Puro fontB8llla. Nou ri si rende ben conto che lo 422 stesso benessere-colleuivo raggiunto mediante la potenza-collettiva ha ben sca.rso valore d'umano. Uomini e donoe vivi, se vogliono operare in sensi d'umano, non po880no som– marsi come macchine ben congegna. te in un piano. Debbono integranii come persone: cioè avere il ma!l8i– mo di attività 80Ciali 1 ciascuno in– sieme al suo prossimo, ma ciascuno coltivando in sè le sue proprie pc– cuJjari capacità, cioè le sue diversi– tà, Je quali soltanl.o gli dau modo di apportare il meglio possibile allo sforzo comune. € per questo che qualsiasi ideo– logo il quale generalizzj a suo arbi. trio fa del male, anche se con le mi– gliori intenzioni. Anche se si occu– pa di pittori e scultori, e s'accon– tenta del gii,chetto di incasellarli in ordinati schemi intellettuali. Anche se gli par che con ciò aiuti « gli al– tri » a capir meglio gli artisti di cui parla. Perchè in tal modo anch'egli contribuisce al gran fiume che nel nostro tempo tende a trascinare tut– ti, previo passaggio nel leuo di Pro– custe d' uno od altro sapiente, in ma:s...."C impersonali che tolgono alla vita umana proprio ciò che es1oaha di es...'-Cuz.iale. :\'on dimentico mai, in <1ue~10 tem1)0 di furore collet1ivizzante, che le persone son la sola sede reale del– l"umano. Perciò mi inalbero od ogni « ismo » che incontro, e vi resisto. C. ZACCARIA

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