Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955

LA "BELLA GUERRA,; DA SECOLI corre la leggenda che le guerre, di cui .i.ssumono la respon- sabilità i governi degli Stati nazionali, siano tosc completamente di– verse dalle guerre civili, [ra governi e forze rivoluzionarie. Nelle guerre civili si scatenano le furie be1Iuine dell'uomo, non pili contenute dagli ar– gini dell'ordinamento giuridico; Je guerre degli eserciti regolari sarebbero, invece, combanute « rispeltando le regole dell'umanità e dell'onore ». Que– sta leggenda è avvalorata da giornalisti, romanzieri, poeti, ed anche dagli storici che vanno per la maggiore: al boia scamiciato che mostra, dal pnlco della ghigliottina, alla marmaglia parigina in delirio, la testa delle vittime innocenti, si contrappone l'eroica carica <leJla vecchia guardia, al suono della marsigliese, davanti all'impassibile Imperatore, che assiste a11a bat. taglia sul cavallo bianco, contornato dal suo splendido stato maggiore. Il soldato in divisa è il cavalleresco combattente, spinto all'azione eroica dal desiderio di gloria e dall'amor di patria. Nessuno è dis1>osto a riconoscere che gran parte degli « eroi » sono della stessa stoffa di quel– l'Arrigo Uumini che ebbe l'ultima, ennesima, medaglia per atti di valore compiuti nella prima guerra mondiale, mentre si trovava in carcere per aver assassinato, su commissione, J'ou. J\fatteotti. Le operazioni miJitari in cui è impegnato il proprio Paese sono dirette solo ad uccidere i nemici e a distruggere i suoi centri di resistenza, entro i limiti strettamente neces– sari per raggiungere gli obiettivi militari, e per condurre alJa vittoria. Nes– sun archivio storico documenta le fucHazioni <lei renitenti alla leva, degli obbiettori di coscienza, dei franchi tiratori; le decimazioni dei reparti combattenti J>Cratti di ribellione o per disobbedienza davanti al nemico, senza alcun accertamento delle responsabilità indh 1 idualì; le sentenze di morte, decise ancor prima di iniziare i processi, per ristabilire fra le truppe la disciplina o per incutere un reverenziale timore nei paesi occupati; i morti di fame nei campi di concentramento, i massacri dej prigionieri, le donne violentate, i villaggi d.istruui per rappresaglia, le slragi degli inno– cenfi, inevitabile seguito di tutte le guerre. Ognuna delle parti in conflitto afferma che queste barbarie avvengono sì, ma avvengono tulle quante dall'altra parte; dalla parte dei nemici. E' pro1>rio per questo che si deve combattere fino alla definitiva vittoria: 1>er impedire che i barbari ripetano in futuro i loro delitti contro l'umanità. 342

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