Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955

<lico,w «radicali» (un aggettivo nuovo-nato, in Italia: auguri). Anch'essi camminano in u11aselva di contraddizioni. Vogliono libertà per le persone, ma co,i l'aiuto dello Stat.o: dimentichi della vecchia esperienza che il primo aiuto per chi deve imparare a camminare è il togliergli le grucce, anche se comincerà così con u.n cascàtone. Voglione l'azione dello Stato minimizzata, ma t0Uera1w invocano interventi statali di ampli.ssimo respiro (vedi IRI, anche autonomizzato; vedi ENI) che saranno forzati ad agire in senso de• generativo nelle comunità reali in cui verrwm.o ad esercitare all'uso fascista il loro potere, attrai,•erso le catene di amici.di- amici tuttora così vive dap• pertutto. . Infine, in modo a,wlogo si muovono i ,,olitici di mestiere cosiddetti « dcmocri.stimii », i q,wl.i stmmo ut.ili.zzando, come il PC loro maestro, le lecniche della propagmula organizzata da un pugno di pretesi superuomini attraverso l'attività idiota di nuclei d'intellettuali « perwasi 'I> - cioè pro– prio l'esseriza del fascismo, proprio sul piano essenziale dei mezzi di azio11e. Ed a clte rfine si vede chiaro. Lo Stato ciel Vaticano è sempre più forte, tra– mite le parrocchie e le AC e i Si,ulacati e il Partfro atl esso ubbùlienti s'i11- setlia in misura che temle a divenire totalitaria in tutti i congegni di po– tere dello Stai.o taliano, dalle banche alle scuole aUe industrie ai giornali, lUippertutto, Cosicchè pochi si stupiscorw che non solo un ministro vada a genuflettersi al Papa ma a,iche il Presidente della Repubblica, e non come 1>rivalicittadini (che sarebbe lor diritto) ma nella pompa magna delle loro funzioni pubbliche, in cui pur dicono di rap11resentare tutti-gli-italiani, an• che i non cattolici. L'amara verità è che pochissimi osano vogare davvero.contro corrente, mediaute azioni esplicite, anche se meno pochi son coloro che contro-cor– rente si 1><>ngo,w con le loro idee, con le loro opinioni sui fatti del nostro tempo. Ed anche quei pochissimi, o quei pochi, viziano l'efficacia sociale d.ei loro atteggiamenti po,umdosi c1uasi t11tti sul piano propriamente poli– tico, chiede,ido al popolo di dare ad essi l'incarico di pensare-per-il-bene– dì-tutti. Che è la vecchia .~tradadell'ubbitliem:a e del comando, lungo la c11wlenon è possibile costruire libertà. P<irlare ai politici di mestiere mm serve. Può servire parlare al po– polo, gli. uomini e ,!onne che lavora,w invece di « far politica» in fila. agli ordini d'uno o più. Duci? No, certamente, se si va verso di loro con, icleologie, chiedendo loro iJ,i pensare i problemi teorici della delegazione-di-potere-incontrollato che i carulidati chiedono agli elettori sotto il nome bugiardo di e< rappresentan• za ». Son fatti sordi alle idee-pure. DiffidaM di tutte le itlee, su,ppergiù, quando no,i le accetta,w ciecamente. Sarebbe forse utile, invece, aiutarli a considerare che cosa hanno (atto in dieci anni di lor fatiche i sindaci e de– putati e senatori e ministri e sottosegretari tra i quali il popolo, nelle fiere elettorali susseguitesi in Italia, ha diviso il potere di comandargli. Si vedrebbe che il e< fatto » è negativo - ed il « non-fatto )> è imme11so:

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