Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

critici si potrà sempre rispondere: ciò che va male non si corregge cri• ticaodo, si corregge lavorando e cer• cando di fare meglio. Con Kropotkin, con Malatesta, con Berneri che amavano i giovani, credevano in loro ed in loro pone• vano le pii1 grandi speranze, noi di• ciamo ai giovani: Avanti! Ma per la verità dobbiamo pure ricordare che « avanti » significa « fare »: e fare è opera di persone, e dove questa non c'è è vano iJlu• dcrsi che con la costituzione di Or• gauismi nasca. Organizzare meglio le volontà di (are e capacità di lavoro che già si sono dimostrate nell'attività locale sarebbe certamente bene, Ma non bisogna illudersi che « organizzan. do » il vuoto si trovi un pieno. Attenti, quindi, a non seminare delle altre illusioni. V. RIFLESSIONE INATTUALE Uno degli eflcui $UOndari più pernicio$i dell' in$ieme ma.ui :ccio, oggi CO$t1'tui– to dagli apparali <li diff11Jione della !tampa, della radio e della tclevisio11e (ultima ma t1on minima, in bene ed in male) J que$IO: oggi cono$Ciam.otutti persone colte, CO· minciando probabilmente da noi stessi, che si appauionano alle sorti del meticcio in Sudt1/rica a d'una condannata a morte in /ngliilte"a o d'un dittatore in Arsentina o ,lei Berberi del Marocco •- di cui appunt-0 siungc immc<liata notl':ia attra1:erso i rapi. diuimi me::i di comunica:ione di,ponibili -- a$sai più cl,c agli evenll <,ttoticlianidel pae$e o ciuà in cui vfoono giorno per giorno. Molti e/re hanno un monte d'intereui per gli aue:enimenti del mondo son divenuti ciechi e sordi per ciò che accade vicino a loro, ne seguono solo quel minimo c/1e viene canali.=:.atoo dai giornali che le!Bono o dalla radio o dalla TV. S1ianw diventando tulli pre$biti, vediamo bene $Olo lomano. L'ari'::onte nostro si è mini.ente allargato cl1e non riusciamo $pe"o più a guardare ai nostri piedi. E poichè s11gli ee:enti lontani non pos– Jiamo asire, e sii eventi vicini s/ussono alla nostr~ atten:1'one, $IO clfoentando quasi nulla l'a.:ione sociale personale e diretta di cui noi $«remmo pur capaci entro la no– stra piccola comunità reale. (Sen:a dire come ciò $; auoci: bene agli effetti delle « id~ologie » ,li cui si ser– vono le nuu:cl,ine dei partiti e 1(1 cl1ie$a: anch'eue, proiettando sult'in.Jicme degli av• venimenti quotidiani le loro analisi mutilate d'ogni elemento contradditorfo, ne defor– mano L'1·mmagine, e si tende a considerare così solo ciò e/re concorda con le direttive dei propri capi. Completando l'immagine, $i può dire clie n<>n solo $llamo diuentan<lo pre$biti, ma cia$Cuno di noi $Ì muni$C6 per giunta d'un occl1iale colorato cl1e sli /a t1cdere solo una ce.rta parte della realtà•.•}. Cl,e b"-l mondo. 324

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