Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

necessità risolvere dei problemi che stanno nei campi, nelle officine, nel– le scuole, nelle tmiver-sità, negli ur– fici a contatto dell'uomo e che rap– presentano la vera vita in cui noi viviamo così lontani dagli schemi che i politici accentratoTi si sono latti dei nostri problemi e di quelli degli uomini che lavorano ogni giorno al nostro dìanco. Milioni di italiani si attendono, con ansia crescente, un rinnovamen– to •materiale e morale. Sebbene quc• sto possa dirsi in cammino per i vari segni che le forze dei giovani ci in– dicano, riempiendoci di speranza, esso trova innanzi a sè forze negati- ve di cui conosciamo ormai fin trOJ>• po bene Ja struttura cancerosa, la volontà testarda, la natura corrotta. C'è in questo mondo inquieto una atmosfera di vigilia; si profilano, in un mondo ancora pesante nella sua massiccia indir(erenza e nella sua paurosa povertà, delle luci di un mondo che nasce. La soluzione è una sola, difficile. ru1c9ra isolata ed incompresa; far sì che le nuove for.te materiali - quel– le stesse che hanno dato vita al mon– do moderno - diventino valido e 1>otente strumento di fioaliti, spiri– tuali. ADRIANO OLl\'E'M'I RIBELLI In f'rancia, il Caverna sra aur,we.rsando una profonda cri.si. In .superficie appaiono , proclamati grandi•motivi della cri.ti , e 10n na111ralme.ntemotivi-ideologici. In profondità .1i agitano i veri moti11i: cl1e .son eucn::ialmente di 11e.ccl,iai'a delle e/ossi-dirigenti. le q,udi vogliono tuttavifi comamlare pur no,t avemlo più la /or:a 11è t'inte.llige11:a necef• Mirie. Vecchi tromboni come il generale De Ca11lle - e peggio cU lm' i gra11di go /li.tu che del suo nome ormai frusto cercano ancora cli farsi .scudo - o come Bidault e Laniel e u1111'altr i, cliiu.ti ,lei tuuo gli occl1i alla reale fono. dei loro concorrenti (tra i quali 1.li usp1'rantial Pote.re ne.I Nord Afrim son forse oggi i più /orti), in.si.stonoper conlinuatt' nl'lrimnwbili.tmo • .wlita ricetta dei v«xhi impotenti. Niente di nuovo è l'tmica loro n• cella . .'\'on voglion. modificare la legge e.le.1torale,combinata a suo tempo apposta per 1>vitare che altri riusciue a conqui.swre. il pote.re . Non vogliono cedere nulla di nulla. S'illudono di ri,ucire. Ed intanto, atti'vandosi non Mio a Parigi ma wpratullo net /ffltW!, iii quella molteplice « provincia francese » clic è la maggior parte del popolo lavorcmle, t1spettano la loro ora volitici più giovm,i, primo fra tuui Mendés•Frm&ee cl1e li soL•ra,1• come intelligenw e caruu:itàdi ùworo e la costruiscono giorno pu giorno. L'a.spetto più appari.sce.n1edi questa crisi è la lotta per conseroore a Parigi il con• trailo de.I nord-Africa, contro i francesi ed i maroccl1ini e gli algerini clie. per fini op– posti, vorrebbero invece averlo sul posto. E l'ultimo episodio della cronaca. la • ribe/... !ione» dei riclu'amati nel nord de.Ila Francia, <1uestiwldati che rifiutano di partire per an,lare a manacrare o<la farsi mauacrare a vantaggio dei loro padroni, e della folla eh« li l1a&astenuti, è un 1es,ro ,tella vitalità latente nel profo11do,lei popolo france.se ,al &oliw ben piil /orte e più sano dei suoi capi. (Anche se ad accendere la miccia ski stato il PC, come dicono i giornali. e par pro– babilf:, l'esplo&ione è stata o.uai più t14.Jkl del suo inizio controllato: è il popolo cl,~ s'è &veglialo, .sia our, oer un g,'orno .t0ltanto••• ). 306

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