Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

Non si intenda questo mio «esterno» in senso senario. I=: pcrchè, no– nostante la loro buona volontà, essi non possono, per motivi ovvi, rendersi esattamente conto della stusi attuale del movimento a.nnrchico, Certe idee, e5pre:sse in que~ti articoli, sono agitate da tempo da me insieme con altri militanti, specie quelle sulla necessità dell'organizzazione per gli anar– chici, 1>0rchè l'organizzazione (da non confondersi con l'apparato di par. tito) basata sulle decisioni prese dalle assemblee dirette, tramite la consue– tudine, delle stesse, antiei•puno la pra1ica necessaria in una socictìt basata sull'autogoverno. Dove T. e G., secondo me, anche per la loro inesperienza, non sono documentati con sicurezza, è nel valutare iJ distacco fra vecchi e giovani nel movimento ana"rchico. Fra questi ulti.mi la lacuna maggiore è l'ignoranza (in alcuni congenita, come reazione al « teoricìsmo » subito nei partiti) delle teorie anarchiche; cioè il riifiuto di apprenderJe. È nel pensjero teorico formu]ato specialmente da Malatesta-Fabbri– Bcrneri (e del <1uale è logica continuazione il pensiero di Luce Fabbri), che gH anarchici di oggi possono prendere ciò che a "loro manca: l'idea e la 1>ratica dell'organizzazione anarchica, coi suoi limiti precisi, al di qua dei quali si cade nell'autortarismo, ma al di li, dei quali (senza or– gnuizzazionc cioè metodica e costante) si sprofonda nell'anarchia, come è oggi intesa in senso spregiativo dai partigiani della societl, autoritaria. Questo indirizzo suggerirebbe logicamente agli anarchici, come sugge– risce a me, l'interesse diretto all'organizzazione dei Jnvoratori, che è neces. saria come strumento di difesa contro il padronato, e, se liberato dalla morsa del pnrtiti~mo, come nocciolo di autogoverno oggi e come strumento necessario nel trapasso della società attuale a quelln socialista di domani. ALFONSO FAILLA 4 A N A H e H I e I, s E M p R E L ·AMICO Tassinari es1>rime una critica un po' se,•era nei nostri cou– (ronti. Faccio subito ossen•are che non è dal commento puramente soggettivo ad un episodio a,•veituto in una fabbrica, tra anarchici appartenenti a due formazioni sindacali in competizione per l'elezione di una Commis.sione Interna, che ci si può sentire autorizzati a trarre illazioni sulla vita interna di tullo un movimento. Non dico <1uesto per J'amico Tassinari, il quale contessa che « troppo poco conosce gli anarchici 1>erazzardare distinzioni o elaborare giudizi », ma per molti che troppo superficialmente vedono le cose del nostro movi- 295

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