Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

È per loro che bi.sogna noi abbiamo iL coraggio di veder chiaro, di capire che il ri,u;avimento improvviso e generale dei politici del nostro temp<, non è ,rato da generose idee di libertà e di pace ma dal peso deteriore della. Grande Paura., e che solo una continua tensione nostra, di noi po. poli, in se,u;i di libertà e di pace potl'à evitare che essi ridive11.t.inopala– <lini ,/ella guerra quando non abbiano più ragioni di temerne per sè. Nel turbine di cieche violenze in cui è avvolto il Marocco, tre fatti emergono chiarificatori. Dapprima, il terrorismo spicciolo degli arabi, ri– volto contro tutto ciò che era « bianco»., senza <li.scriminazione, gravato ,Li errori ma tuttavia pungolo positivo, solo disperato mèzzo per con-, durre i governanti di Parigi a far-qualcosa. Poi, ,lopo l'arrivo <l'utt nuovo Residente Generale che pareva promettere u,1, più saggio maneggio della situazio,ie politica, l'atrocità dell'attentato di Casablanca, organizzato da francesi ùnpazzit.i contro wr. insieme pacifico di francesi per infia,,wwre d'odio la polizia i funzionari tutta la macchina locale dello Stato francese. Infine, i massacri recenti di Ued-Zem, in cui la massa dei berberi scatenati dalla montagna è sfu,ggita ad ogni controllo, feroci, e la feroce repressione. Da una parte arabi a cui i loro capi impediscono di pensare, li fanatiz– zano, li caricano d'odio. Dall'altra i francesi, meglio i «bianchi» a cui i loro capi ecc.: l'identico discorso, concludente con una carica d'odio. E gli uni e gli altri capi mm già mossi dai bei motivi che son proclamati dai giornali (l'indipende1tza, lo Stato na.zionale indigeno, la missione civiliz– zairice della Francia, ecc.) ma da tumulto d'ambizioni contrastanti che in una so'la espressione si sommano tutte: ambizione di coma11do. Comando dei pascià sulle tribù da cui è alimentata la loro secolare preminenza so– ciale; coman.d-0degli imprenditori cui fa co11'1-0do (e son sciocchi a crederlo) disporre di ma,i0<lopera-a-bu.-01i-mercato;coman<lo dei ftmzion.ari mandati da Parigi a far la bella vita senza responsabilità e senza lavoro, ecc. Son questa gente, araba e bianca, che aizzano alime,uano la stupidità la folli.a la ferocia ubbidiente senza cui non sarebbero possibili le atrocità di cui son piene le cronache maroc.chine di questo ultimo tempo. Chi ha visw i «guerrieri» marocchini, coma,u/ati da ufficiali francesi, dar saggio di sè durant.e l'occupazione alleata dell'Italia del sud, sente un gran /redd-0 al pensiero lii ciò che è accaduto e può ancora accadere in Ma– rocco. C'è tuttavia nel mezzo deUa gente almeno abbastan::a istruita dalla storia recente del nord-Africa per vedere a che nulla-ili-fatto conduca,w tali specie di violenze: sia dalla parte marocchina che <laquella francese. Ma ambedue luumo i loro nemici tra la gente stessa della loro razza. E se anche sentono che il problema della spartizione llel Potere non si risolve con le uccisioni in massa, del tipo di Casablanca o di Ued-Zem, sono impotenti a frenare gli altri, coloro che solo uccidendosi a vicenda ritengono di poter restare al comando, ciascuno llalla sua parte. · 210

RkJQdWJsaXNoZXIy