Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

Il primo problema è decisamente illusorio. Io suppongo che la combi– nazione di appropriate doti genet..i– che con, per esempiot una cattiva ist..itutricc, può predisporre un ind.i– viduo all'infolicità nella sua vita ul– teriore, mn non vi sono testhnonian– ze che la mancanza di fede sia per sè un incitamento alla disperazione. Jl secondo problema è piì1 impor– tante e probabilmente non può esse– re considerato da una posizione a– gnostica, senza cadere in una serie di tautologie. E poichè ciò è vero an– che degli argomenti del credente, non cercherò <1uidi giust..i6e.armi in. extenso. La religione primiti,•u delle tribi1 tendeva ad assicurare la stabiliti, del– In societi1, sebbene non sempre il benessne dei suoi membri come in– dividui. Sebbene si possa dire che In struttura religiosa di una società primitiva rappresenti un prospetto degli ideali della comunità nel suo rom1>lesso, iI comportamento dei ~uoi membri individuali, spesso con. trnstn mollo con il codice pubblica– mente espresso. Il teologo può esse. ree tentato cli considerare Ja reli– gione primitiva come realizzazione, ron gradi diversi d.isuccesso, di <1t1al. che cosa nella natura di un ideale platonico di condotta morale, e i ca11ricci individuali come indicazio– ne spiace,,ole clclla fragilità uma– na. Vi è una certa verità in tale opi– nione; sembrerebbe che Ja religio– ne cli tribù scelga particolari carat– teristiche ciel comportamento uma– no, mani1>olandole in comp1cssi mo– delli di accomodamento sociale. Con l'emancipazione delle societi, uma– ne clnl tribalismo, ]a religione è di– \'Cntata sempre più distinta clall'am- ministrnzione de.Ila moraHtà pubbli– ca, cd è dubbio se nella noetra societi, abbia un legame più che tenue con le azioni deUa media dei cittadini. Tale dhsociazione ha reso possi– bile le religioni più alte ed idealisti. che, ma è degno di nota che esse tendono a <1ividere le aspirazioni eh-, molti di noi sentono intuitiva– vamente come le -più degne ed in• dipenclenti dalle asserzioni dogma- 1ichc particolari di ciascun credo. La maggioranza di esse sono incorpora– le al Buddismo, per esempio, che non è affatto una religione, ma una filosofia. Io non sono convinto., quin– di, che siamo in realtà di fronte acl un clilemnrn. Potrà obiettarsi che la religione è un sostegno vitale per In società, e nient'altro, e una volta consapevoli di ciò, non possiamo praticarla e dobbiamo per conse• guenza distruggere noi stessi. Io stes– so non credo che essa sia in alcun modo vitale per una grande civiltà industriaJe, sebbene non mi sentirei di negare il suo possibile valore co. me mezzo di auto-realizzazione o di accomodamento personale per alcu• ui indi\•idui. La maggior parte delle sue (unzioni sono passate a processi legali e autocoscienti che dovrem– r!O tendere a rendere pili efficienti, se desideriamo assicurare la sicu– rezza intenia della nostra società e la felicità dei suoi membri. E ciò significa, per un agnostico, modifi– carli, eventualmente, in modo che siano basati sul eomJ>ort.aroento UIDa. no, come realmente avviene; non so arbitrarie concezioni d.ella naturD U· mana. Potremmo anche, un giorno, giungere a un processo cli giustizia (oppure, come preferirei chiamarlo, 245

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