Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955

l'avvenire. Qui vicino a Napoli, a Torre del Greco, per esempio tm buon gruppo di compagni marittimi, prevedendo l'asservimento della Federa. zione Gente di Mare alla C.G.I.L. svolgevano un'intensa propaganda per rivendfoare l'autonomia di quel Sindacato e per denunciare i mali che ne sarebbero derivati. A Potenza T. Pedio, con un altro giovane, cercava Jj dar vita ad una organizzazione apartitica a sfondo libertario che in breve raccolse centinaia 4i adesioni e dette vita ad un quindicinale di cui lo slesso Pedio era l'idea. tore e l'animatore. l\fa i soliti mestatori politici ed affaristi riuscirono a far naufragare quell'iniziativa, fra diversi, e metterla al servizio della nuova « Democrazia del Lavoro ». Molto si parlò del ponte di Carrara che d.istrulto dai tedeschi venne ricostruito volontariamente per iniziativa dei nostri compagni e la costru. zione permise una più rapida ripresa del lavoro neUe cave d.i marmo e del• l'azione efficace che gli anarchici svolsero in queJJa cit1à per far sparire il mercato nero, per far diminuire il prezzo del pane e dei generi alimentari. E così fu in tante altre parti d'Italia. Non ci nascondevamo però che pochi com'eravamo e privi di mezzi, la– vorare con altri sul piano socia.le era estremamente difficile. Se non avessi– mo avuta tanta fede ne1le nostre idee e non fossimc., stati sostenuti dalla ferma convinzione che le forze innovatrici di persone ]ibere, per quanto piccole esse siano, compiono una loro opera sempre efficace ed innova. trice, ci saremmo sentiti come il classico vaso di creta in mezzo ai vasi di ferro. Ma sapevamo e sappiamo che i partitoni e le grandi centrali sindacali sono colossi dai piedi d 9 argi1la. AUora, però, dovevamo, purtroppo, prendere atto, dopo tanti falli– menti, di una triste constatazione: l'avvio della nuova vita sociale in Italia non era nutrito di competizioni tra uomini ed associazioni di idee diverse; non era la somma di sforzi, di energie, di affetti, di passioni, di entusia• smi di singole persone che, pur nei loro contrasti trovassero armonia e vi. talità, ma continuava il fascismo, con la partitocrazia, con lo Stato onni. potente, con tutto il male del totalitarismo. Era dominato daUe imperanti volontà di alcuni « sommi » che, anche se tra Joro contrastavano, concor• davano nell'attribuirsi arbitrariamente il diritto di scegliere e di decidere per conto d<itutto il popolo italiano. E ]e mastodontiche macehlne di par• tito, e la chiesa e le centrali sindacali, erano gli strumenti ormai stabi}iz. zati per esercitare questo loro potere. Non vi era pii1 possibilità di vie per il dubbio, 1a critica, l'opinione personale o di piccoli gruppi. Eravamo entrati, con più rigore che durante il fascismo, in un tempo di verità as• solute, di dogmi, di fanatismi ciechi. Chi non vi sottometteva aveva ]a sorte dell'« isolato », « solo», socialmente impotente. E l'uomo in generale ha paura di rimanere « solo ». Preferisce essere uno del « gregge ». In queste condizioni il nostro lavoro diventò estremamente duro. G. BERNERI 24

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