Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955

lo penso che questo campo delle nostre indagini è inip<)rtante ueJ senso che noi J>()tremmo compiere degli errori importanti di avviamento, se non misuriamo bene il rapporto tra il !atto in generale dei principii, il fatto in particolare del movimento noetro e la situazione dei rapporti di forza cle1Je varie correnti del movimento sociale. Noi abbiamo cento ragioni di accu– sare di stolido acca1>arramento i frettolosi costruttori di piramidi per il solo fatto di averne designato ]a cima sulla carta intestata; ma in fondo costoro non fanno che seguire la convergente governativa. Una logica per essi c'è, per uoi no! La nostra azione su questo terreno guadagnerà <tnindi di chia– rezu.. o di sincerità pratica ,·erso noi stessi e verso tutti, rimanendo sul ter– reno opposto; quello delJa rinunzia ad ogni concorrenza, della riouncia ad accaparramenti, rinuncia a restauraz.lonismi funzionaristici; rinuncia a qual– ~iasi mossa che prevede una imitazione degli accaparramenti dei politi– cauti: sopratutto avversione a qualsiasi mossa che venga come ad antici– pare uno scissionismo orizzontale in tutto il paese, il clte comporterebbe conseguenze gra,ri morali e di energie polemiche e propagandistiche, che dobbiamo impiegare ed impiegheremo più efficacemente nella propaganda del nostro ideale anarchico. Che quando ad \mo scissionismo del genere si dovesse arrivare (ma non è rob11da <Juesti tempi e da Jotte di queste ore convulse) <Jucsto dovrebbe essere, caso mai, il risultato forzato dalla poli– tica degli altri, mai una decisione di punto di partenza da parte nostra. I duplicati sindacali sono un peggiorativo del movimento sindacale in sè e rappresentano delle onerose responsabilità. Questa responsabilità noi ab– biamo dovuto subirla in passato. In ogni modo l'abbiamo subita. Non sap– piamo che cosa di meglio ne sarebbe risultato in passato, nel.le fasi educa- 1 ive, propagandistiche ed esercitative, se fossimo rimasti in quei limiti di disciplina imbecille che era richicst11 per entrare e rimanere in Confedera• zione, come altri compagni proponevano: dato che fuori del tutto dal mo– vimento operaio non si poteva rùnanere. Ma ripeto, tornando all'idea mae– stra già accennata in principio: l'importante da tener presente si è che il domani non somiglierà niente alle fasi trascorse, per cui verranno a man– care le condizioni normali. che sono ]a ragione del sorgere e del prosperare del sindacato: queUe di nonnalizzatore dei rapporti dj lavoro, attraverso la <1ualefunzione è stato possibile, in passato, - turbandola - di ottenere qualche risuhato propagandi&tico sovversivo. Comprendo che voi avete pensato molti di questi problemi. Comnn– quP io do,•evo darvi nn sunto deHe mie vedute per cooperare drl mio meglio all'opera comune. Restiamo come anarchicj associati iJ più largamente e Jiberamente tra di noi; tra <1uelli di noi che respingono collaborazionismi governativi e panacee autoritarie. Quelli dj noi che hanno attitudine a farlo e sono per Jltrd1è nella massa degli operai. ve ne furono che si batterono arditamcn1e contro il fa. bci,mo e - nelle Puglic ~pecialrn~n1c, non porhi pagarono a fronte alta a cariuimo preuo la loro rh·oha fA. B.). 101

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