Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

Noi siamo probabilmente destina– ti a non convincere che i convertiti, cioè gli uomini, in minoranza nella società organizzata, che ne rifiutano 1e norme, le gerarchie e le ideologie dominanti. Quale atteggiamento, dunque, avere nei riguardi dei non– anarchici, poichè ne esistono un nu– mero grandissimo e, probabilmente, sarà sempre così? 6 Ignorare, tollerare, cooperare, fra~ ternizzare, allearsi? O al contra– rio, sorvegliare, attaccare, neutraliz– zare, liquidare? È evidente che, di fronte agli al– tri, un qualsiasi gruppo per quanto intelligente, ben equipaggiato o nu– meroso sia, è obbligato di adottare un atteggiamento e che questo atteg– giamento, preso verso ogni gruppo pili o meno vic·ino od ostile, implica una certa reciprocità di comporta– mento. Non è sohanto tra di essi che gli anarchici debbono condursi appli– cando i loro principi, ma con gli nl– t,ri. La nostra possibilità d'attrazio– ne e di conversione ne dipende, ma anche la nostra integrità e le nostre relazioni reciproche, perchè i limiti che separano gli oc iniziati >> dai « profani » sono mobi1i e poco visi– bili. Che possiamo aspettare di leale o di generoso tra di noi da parte di un compagno che professa che certe veritìl (o certi gesti di cordialità fra. terna) non sono per i « simpatizzan– ti », che si deve considerare gli « in– differenti » come dei volgari abbru– titi, e che tutti i mezzi sono buoni contro gli « avversari »? Una con– sorteria in una eonserteria, che trat– ta il resto del mondo come conci– me d"i cui. essa è il •fiore, ispirerà !orse delle vocazioni a penetrare nel santissimo, ma dubito che queste vo– cazioni siano di buona qualità. Per parte mia preferisco quelle che na– scono da una reazione contro i set– tarismi ed i dogmatismi. L'educazione e l'aiuto reciproci che, praticati in un gruppo anarchi– co, possono assicurare ai suoi com– ponenti possihilità di sviluppi indi– viduale che essi ignorerebbero senza queJJi, non ne debbono fare, come capita qualchevoha, delle famiglie chiuse in se stesse e difese contro l'esterno con le Ionnule, i meeca– njsmi ed i pregiudizi. L'accesso de– v'essere facile per ogni versona che maniCesta della buona volontà e del– .la probitit intellettuale. Ed i mem– bri già riconosciuti, invece di fare blocco intorno ad uno o due capo– fila debbono trovare i mezzi di agi– re isolatamente, negli ambienti p·iì1 diversi, e sui piani più diversi, pron– ti a domandare se occorre l'appoggio o i consigli di un compagno nel qua– le hanno una particolare fiducia. Co– sì il gruppo vivrà, non l'esistenza limitata e noiosa d'un gruppo di naufraghi in un'isola deserta, ma quella di un appuntamento ad un crocicchio di alt ività e di ricerche convergenti e divergenti, ricche di nuove adesioni dall'esteriore, ricche anche d.i iniziative suscettibili di tro– varvi degli appoggi, senza d' altra parte nessuna pretesa di costituire un quart.iere generale. Di fronte ad ogni formazione che non gli testi– monia un'ostilità sistematica, Ja po– sizione del gruppo come tale sarà la tolleranza, con sfumature, secondo i casi, d'ignoranza o di benevolen– za, Il gruppo lascierà ai suoi mem- . bri ]a cura di cooperare individual– mente a ogni raggmppamento ester- 679

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