Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

filoso!i grt>ci derivò la lede nella giu– stizia e l'ideale della libertà di pen– siero; dal cristianesimo la pietà ed il rispetto per l'individuo. Questo duplice ordine di principii fu la ba. se del liberalismo, che dominò il se– colo XIX e condusse alla promulga– zione di una serie di atti legislativi chi' fecero migliorare progressiva. mente le masse. Si può dire che fog. giarono l'anima d.ella civiltà euro– pea occidentale. /.,"llbitruline si sostituisce t,l 1>ri11- cipio. Da una cinquantina d'anni questa forma basilare del pensiero e della condo1tn in Europa cominciò a di– sgregarsi e l'anima della civiltà eu– ropea a perire. Nelle democrazie occidentali che finora sfuggirono al– le pili forti tempeste t: tensioni del nostro tempo il modo d.i vjvere che era andato formandosi gradatamen– te per duemila anni persiste ancora e nasconde il graduale Ci-antumarsi dei principij fondamentali su cui si basa. Vale a dire che noi ci confor– miamo a date convenienze. usiamo (li una certa considerazione nei ri– guardi del nostro prossimo perché, durante centinaia di anni di vita cristiana, ce ne siamo grad.atamente fatta un'abitudine. Quando mancnno i prineipii, come disse Platone, è lutta\'ia possibile, se i tempi sono lranquilli, vivere decorosamente per abitudine e mantenere ]e apparenze e.sleriori di una società civile. Fu <1ucl che avvenne neUe democrazie occidentali. Ma nelJe comunità del– !' Europa ceni.raie .e meridionale, le <1uali (urono esposte alla piena forza del le tempeste post-belliche, la rot– tura del complesso di principii che neditammo dai greci e dal cristia- nesimo apparve con evidenza nello svolger,si della vita pubblica; ed in Germania ed in Italia, negli anni del primo dopoguerra, si avverti maggionnente che uomjnj e donne mancavano di una fede per cui \'i– verc e di principii a cui attenersi. f,l, ricerc(I di urw fech• e di ,ma nornw. Quando la mancanza di fede e di llrincipii è realizzata appieno, essa diventa intollerabile. La mente uma. na, disse Pascal, crede per natura, la volontà umana ama 1>ernatura e, se mancano gli oggetti che ne val– gono la pena, l' uomo si volge a <1uelli che non ne valgono. t la verità iJlustrata dalla parabola dei sette diavoli; la natura aborrisce dal vuoto nel mondo spirituale co– me nel fisico e presto o tardi si trovano surrogati aJ.la fede religiosa se questa ha declinato, ed ai principi etici se furono respinti. La mente dei giovani in particolare male si adat– ta alla mancanza di fede e di regola. Secondo Wells l'incapacità della no– stra civiltà a trovare adeguati sboc– chi alla energia, adeguati fini ai ta– lenti, adeb'ltati obiettivi alle aspira– zioni della giovcnti1 maschile e fem– minile, è al tempo stesso il suo più grande Jileuo e il suo piii grande pericolo. Tale diletto e pericolo, co– me dicemmo, in tempi di tranquilli– tà possono passare inavvertiti. In In. ghiherra non abbiamo osservato che I' apatia cogitabonda della genera– zione del dopoguerra, che cerca nel motto « mangiamo e beviamo per<'hé domani mori.remo», una ragione di vivere, e notato che Je risorse di seri intendimenti accumulate e non impiegate procuravano loro òel di– sagio perché la ricerca de] piacere 705

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