Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

tica. La scienza, come sottolineai, ha fatto de) mondo una sola unità eco– nomica ed ha messo a portata di ma– no dell'uomo moderno una prospe• rità che i nost.ri padri non avrebbe– ro mai sognato. Guardando al pas– sato dell'uomo ci rendiamo conto di (111anlo In ,•ila umana fosse misera allora. L' uomo era alla mercé di forzç clic non solo non controlJava, ma neanche comprendeva, quali il fuoco, l'ac<1ua, la tempesta, ]a sic– cità cd i terremoti. l\lolte sue CO• nmoità venivano cancellate dalla pe– s1ilcnza e dalla carestia; col sudore della fronte riusciva a mala pena a ricavare di che vivere dalla natura, <1uasitutti gli esseri umani vivevano scmza sapere dove avrebbe trovato il cibo e se lo avrebbe trovato. Gra– zie alla scienza questi nemici natu– rali della felicità umana sono stati largamente sopraffatti e non vi è ra– gione per cui la prosperità e Jc CO• modità non possano essere messe al– la portata di tutti, purché l'uomo voglia organizzare la vita comune in modo dn trarre vantaggio dalle nuo– ,·e opportunità. E perché non lo fa? Secondo me una delle ragioni è per• c·hé esistono le forze degli Stati-na– :1.ione, 1e cui frontiere corrono alla superficie di questo mondo econo– micamente unito, le quali negano agli uomini che vivono in una dala parte del mondo il libero accesso al. le materie prime ed ai prodotti dl un'altra parte. Il problema politico dt•I nostro tempo è di allargare i confini dcli' un.ità politica, così da :1dattarla alla realtà della strutlura t"C:onomieache ne è a11a base. Il che IHtÒ farsi soltanto col sostituire ai governi nazionali un governo comu. ne basato sui principii federali. In nitre parole dobbiamo far sì che il 704 territorio retto da un governo abbia una certa relazione col territorio sul quale operano le forze economiche. La nece55ità di questo adattamen– to è urgente. Come aUermò Marx, vi è sempre un rilento prima eh<' le organizzazioni politiche e le idee che le informano possano inserirsi nei cambiamenti che avvengono nel quadro economico e tecnologico del– la società. Tale necessità di una nuo– va organizzazione politica non fo mai così grande come lo è oggi e se gli Stati-nazione, spinti. sempre piì1 l'uno addosso al.l'altro per il re– stringersi del mondo circostante, non sapranno risol\'crla, accadrà che essi saranno distrutti come lo furono le citti, greche, alle quali si imponeva un simile problema di adattamento e non seppero risolverlo. 8) ETICA. L'ANIMA DELLA CIVILTÀ EU– ROPEA. L'uomo non ha progredito nel controllare la propria natura quan– to nel controllare il mondo esterno e non ha mig]iorato il modo di vi– vere in proporzione alle nuove pos– sibilità. Vi è chi va oltre <Juesla a(. formazione e sostiene che ncll'ultimu metà del secolo l'uomo ha nettamen– te diminuito la capacità di contro}. lare se stesso: paragonando il mondo del 1940 con quello del 1910 siamo tenuti a crederlo. Cli uomini oggi sono piì1 crudeli, pii1 rapaci, pii1 mancanli di principii, hanno minor rispetto per la giustizia, minor com– passione dei bisognosi, minor tolle– ranza di cinquant'anni fa. L'essenza del principio etico, che determinò il pensiero e l11condotta degli Europei occidentali per quasi duemiJa anni, ha due sorgenti: la fi. losofia greca ed il cristianesimo. Dai

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