Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

ll('SSCredel tulio, al contrario la so– cietì, non ha altri compiti se non <1uelli che si possono realizzare con Ja vita dei suoi membri. Questi pos• sono vivere e vivono una vita sepa• rata, ma fa società non esiste che in ragione dei suoi componenti: esi• st1; nelle volontà, nei desideri, nelle sim1>atie e nei pensieri degli uomini che essa unisce. Si basa sul camera– I ismo nel lavoro, sulla comunanza di sco1>i e di speranze e ,su di una eredità generale d.i pensiero; in a]. tre parole su di una consapevolezza sociale all'infuori della quale essa' è nulla. Le conclusioni sono: che ]o individuo ha dei diritti all'infuori di quelli che gli sono conferiti dal– lo S1ato ed ha dei doveri diversi da <1uelli che ha ne.i riguardi dello Stato; gran parte delle 1>ersone ri. tiene, 1>er esempio, che l'individuo ha un'anima inunortale: in questo caso i suoi doveri Yerso il Creatore .sono all'infuori dello Stato ed il di– ritto di perseguire la sua salvezza non può derivargli da esso. Vi so– no molte ragioni a convalidare ]a tesi che lo Stato debba essere su– bordinato ad altre organizzazioni. Le ragioni sono d.i due specie. Lo Stato è una forma 1.ra, isitoria di evoluzione secondo un. pro• cesso che lo trascende. Queste ragioni ci vengono suggeri. le dal fenomeno bio1ogieo. Il p['O• cesso che noi conosciamo col nome di evoluzione si compie non con Jo aumentare la grandezza delle cellule o -dell'individuo, ma quella dell'uni. tà di organizzazione. Unità sempre più numerose e diverse si incegrano in un tutto sempre pili ricco e capa. ce, e dalle forme primitive della vi– ta che erano unicellulari si ebbe un 698 progresso quando alcune unità uni• cellulari si unirono a costituire un individuo, che è una colonia di ce}. lnle. Nel primo stadio dell'evoluzio– ne dei mammiferi vertebrati, l'indi. viduo si unisce e costituisce la fami– glia, Je famiglie ]a tribl,, fino a che giunse ultimamente a fonnare lo Sta. lo-nazione. Se la tendenza all'integrazione pi\l vasta, caratteris1ica ,del processo evo– lutivo, non ha ancora proceduto {i. no alla sua conclusione logica, la co. struzione di uno Stato mondiale, ci() può considerarsi dovuto a qua]. che accidente •storico. Quei fattori che agiscono per mantenere l'unità allo stadio di integrazione raggiun• to, si rivelano troppo forti perché l'evoluzione possa proseguire oltre. Ad ogni tappa nel processo evoluti– vo, la famiglia, la Lrihl1 o lo Stato . nazione, l'unità diventa il centro di molti e potenti sentimenti umani. Lo S1.ato è sorretto dal patriottismo e dall'entusiasmo; è servito col sa– crificio di sé stesso, difeso con belli– cosità e con suscettibilità e zelo per il suo onore. Questi sentimenti si uniscono per resistere al suo assor. bimenlo in una unità pili vasta, as. sorbimento che nel passato costò il prezzo di spaventose solferenze uma. ne. Senza alcun dubbio si sta pre– parando per 1' umanìtà uno stadio di integrazione ult~riore, che sari1 una forma di S1ato mondiale. In conclusione, lo Stato non è definiti. vo, ma è una forma 1>articolare, u– na fra tanle, dell' organizzazione umana, la <1uale, nel corso della sto• ria, si evolve. Come le altre forme, 1o Stato è provvisorio e se continua il corso dell'evoluzione sarà supera. to, come lo furono il Comune ed il Principato. La sola fine logica della

RkJQdWJsaXNoZXIy