Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

il 1)rimitivo isolato che fu così. raro sul nostro globo. !Ma ce n'è per co~ loro che vivono nelle tribì1 o nelle grotte comuni. Anche Ja morale re– ligiosa suppone la preesistenza della vita sociale, impossibile senza un certo rispetto reciproco, senza una condotta sopportabile degli uni d.i fronte agli altri. Gli apologisti del cristianesimo credono di tutto scoprire. È inesatto: << Mci, si dirà, quest.a legge vi or– diria di amlire gli uomini quanto voi stessi, perchè sono i vostri simili, e di non. /lire niente che non vorreste che fosse fatto a voi stessi, di usare CL loro rigmtrdo l'uguglicm;;:;ll, l'e<1ui– tà, la morale, frt giusti;;:;ia. A ciò io rispondo che se fosse vero che fo legge momle contiene quel coman• <lamento, dovrei concludere che essei non si è formata e che non è stata iscri.ua isolatanr-ent.e nel mio cuore. ·Essa presuppone necesariamente la esistenza anteriore dei miei rapporti con altri uomini, il mio prossimo, e di conseguenza non crea questi rap– porti, ma trovandoli già natural– mente stabiliti, essa li regola soltan– to, e ne è, in, qualche modo, la ma– nifestazione sviluppata, la spiegazio– ne, il prodotto. Da cui risulta che la legge morale rio,i è u,1, fatto indi– viduale, ma sociale, 11n(l. creazione della società». 1 GASTON LEVAL (corititiua) INDEMONIATA Una giocane calabrese cli 25 anni, emigrata cori i suoi in Sm:oia, a S. Giovanni di Mariana, fa parlare di sè i giornali. Dove si trova lei aa:adono c.i»e «impossibili»: mobili e stov,'glie cl,e si mettono a viaggiare per aria fino a colpire una od altro dei presenti, vampe di fuoco, rumori misteriosi, ecc., mentre lei rimcme tremante e sudata, con gli occhi semic/ 1iu.si. Intorno o lei / rance.si . e calabresi' cominciano a montare d'accordo la leggenda della « indemoniata ». t ben cl,ioro clie oggi neuuno più. osa sul .serio credere ai demoni od ai folletti. Tuttavia, con l 'accu.sa di « inMmoniata » si condema la vendetta deglt ignoranti (anche se gli ignoran1i son clottori e simili). Gente c/1e s'accorge cli cuere in presen::a di ma• ni/e&tazionì di Jor:~eche non conoKe, e non vuole ammettere la propria ignoranZ(l, ed ancora una volta si cootrui&ce la p&eudo-.s,,iejazioneclie l,a per ingrecliente di base o il diavolo o le .stregl1e <> loro equivalenti. Coni'è cli//icile re&tarecon la mente aperta davanti a ciò cl1e non &icapi.sce. Com'è facile ceclere alla tentazione di far finta di .spiegare ciò che in realtà 110n&ipuò ancora &piegare, 694

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