Volontà - anno VIII - n.10 - 15 febbraio 1955

ferenti ai problemi sociali. Ed è tanto triste, per chi lo vive e per chi lo osserva, un tale frequenze immiserirsi di persone che so11.-0 state ricche nello spirito, che hanno magari combattuto e dato molto lungo la loro strada. Par <livederli morire nello spirito prima ancora di morire nel corpo. Ecco perchè decisio11,i come questa di A. e T. Rigotti sono generatrici di bene, anche al di là dell'aiuto materiale che npportano. Il loro gesto ci dice che la vita di c1uesti due compagni è oggi, n.ella vecchiaia, quella di sempre, animaw, ora come sempre dalle idee di cui s'è alimentata durante la lunga strada: perciò essi aiutano la semina delle loro idee anche per quando non saranno più. Questo denaro, che ora destinano co~; all'avvenire, è stato da loro accumulato i11, lunghi anni di duro lavoro. È la «fortuna» dell'emigrato it.aliano nella cosidetta ricca America, fortuna che non è venuta da sè, che s'è costruitt, e conquistata mettendo in opera tutte le proprie energie e capacità e volontà di lavoro, affrontando non solo fatiche ma anche sacrifici e rinuncic. L'avercene destinata una parte ci im– pegna più che mai a far sì. che l'opera ,Lella Colonia dia, in be,r.essere dei ragazzi che vi partecipano ed i11. avvio delle loro anime a libertià J>erl'av– venire, il frutto che è giusto abbiano tanta pazienza e lavoro e così. grande cuore. Esprimiam<J a A. e T. Rigotti la grat.itudine nostra e quella cli tutti i ra.– gazzi che 11.eavranno beneficio, auguramlo che il loro gesto altri ne suscit.i con lo stesso animo. per la Colonia M. L. Berneri GIOVANNA BERNERI N. ,I. R. - Dopo il generoso ge&IOdi E. Porro, di cui demmo :1 suo h:mpo no1izi:1, e d1e fi hn 1•onsentito di avviare Il· edizioni della Collana intitolato al s-uo nonw, Jo1•0 quello di J. Pcllcecl1i11 che per onorure la mcnu:.ria della compagna soompar~a ha in– vialo 100 dollari alla Colonia e altri 100 di propone di dare prossimamente, ceco i1 gc• Ilio :iltrcnanto generoso dei compagni A. e T. RigoUi, a sostegno di questa iniziativa che crediamo fermamente capalC di fare molto 1,ene, in proporzione ai mezzi ili ,·uì po• trii via via disporre. Ci rallegriamo vivamente <'011 quesli due compagni, e ci auociamo aJla 1,'.fllliludine del gruppo che lavora per la Colonia, anehc noi .'.luguramlo che altri seguano l'c&empio. Anche perehè (IUC&li gesti, ohre alla pouibili1à materiale di bene che offrono ai compagni impegnati jn un lnoro dc1ermi11ato. parlano al cuore di mlii - 1· ~opra1utto dei gio,•ani, Dicono: lasciamo le arm:ire riAeilllioni sul poco cl1e sì fa e sul mollo che si do• vrebbe fare e non &i fa, Non giovano a nulla. l\lettiamoci invece a lavorare con chi opera a (Jualcoaa di concre1O, iniziamo magari ahre opere, poichè questo solo è sicu– ramente vero e u1ilc: lavorare, lavorare ducuno <li noi a qualcoga in rui rrcde, <lumlo di 8è il meglio di cui è capace. Dal luvoro in comune nuiranno via via unchc le chiare idre che mmi invuno cer• uno nelle mcdi1azio11i solilarie. 595

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